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Kalulu, il jolly difensivo che si riscopre decisivo nella corsa scudetto

Mancano ormai solo dieci partite al termine di questo campionato di Serie A; una delle lotte più incerte che caratterizza il torneo è sicuramente quella legata allo scudetto. Ma, da ieri sera, c’è qualcuno che sembra volerselo cucire sulle maglie della prossima stagione: quel “qualcuno” è il Milan. Ieri sera è arrivata l’ennesima vittoria in campionato, la dicianovvesima, che, caso fortuito, corrisponde alla quantità di scudetti vinti, in caso di trionfo al termine dell’annata.

 

Uno dei volti attraverso cui lo scudetto potrebbe diventare realtà assume con un po’ di sorpresa i connotati di Pierre Kalulu. Il difensore rossonero ha firmato l’1-0 interno contro l’Empoli, aumentando il vantaggio in classifica sull’Inter, prima inseguitrice, nonché campione d’Italia in carica. Il Milan dei giovani vuole strappare il titolo dalle maglie nerazzurre, come successo l’ultima volta nel 2011. E intende strapparlo con la determinazione e la voglia di incidere del francese.

Personalità prima del valore tecnico e tattico

Quello che sembrava un ragazzino da far maturare senza fretta, magari attraverso il “parcheggio” nella primavera del Milan, in realtà si è rivelato un elemento da forgiare e buttare subito nella mischia. Chiunque potrebbe soffrire la pressione di dover vestire la maglia del Milan a San Siro. Figuriamoci se si tratta della prima esperienza da professionista, per di più arrivata dopo che lo scarico senza fronzoli del club d’appartenza. Ma la corazza di Pierre Kalulu è quella di un esperto più che di un ragazzo dalle belle speranze.

  

Ibrahimović a parte, la squadra non ha molta confidenza con i vertici della classifica, anzi. Lui, però, non ha paura di sbagliare e farsi “mangiare” dall’esigenza del pubblico rossonero, tornato ad abituarsi bene, dopo anni di mediocrità infinita. La dimostrazione sta nelle parole pronunciate ai microfoni di Milan Tv proprio, guarda caso, prima della sfida contro i toscani. Il contesto è quasi del tutto ininfluente; ciò che conta è giocare a calcio: “Quando scendo in campo non ho paura, penso e intendo solo giocare bene a calcio. Per me tutte le sfide sono uguali; forse quando lo stadio si “surriscalda” ti elettrizza un po’, ma poi quando comincia la partita è come se giocassi le partite in cui partecipavo da bambino”.

 

 

Il Milan può puntare su un difensore eclettico… con il vizio del goal

Pierre Kalulu è più che un semplice difensore tappabuchi rispetto ai vuoti che si possono creare nel reparto arretrato milanista. Il numero 20 è un vero e proprio jolly da collocare in qualsiasi posizione: può giocare come difensore centrale, come terzino destro e come terzino sinistro. Il risultato non cambia: l’affidabilità che regala è sempre la stessa. Senso della posizione, velocità nel recuperare la stessa, buona attitudine tecnica nel giocare il pallone. Questi sono i segreti del classe 2000, che, in questo caso, attribuisce i meriti della sua crescita all’educazione calcistica, ricevuta nel Lione.

 

Sono diventato un difensore moderno sin da bambino. Quando militavo nel Lione, il nostro allenatore e tutto il club mi hanno educato nell’essere bravo davvero in tutto: tecnicamente, col pallone tra i piedi, in velocità e con la visione dei gioco. Non ho mai avuto sempre una posizione fissa in campo. Prima centrale, poi terzino e poi ancora un altro ruolo. Così riesco a destreggiarmi in tutti i ruoli della difesa“.

 

Una difesa che, talvolta, si trasforma in attacco letale, come nel caso di ieri. Dopo aver imparato bene ad essere eclettico nella sua mansione, adesso si sta specializzando anche nel punire le difese avversarie. Da quando è arrivato in Italia ha messo a segno due reti in campionato: se, nello scorso campionato, quella contro il Genoa ha evitato al Milan la sconfitta, quella contro l’Empoli ha lanciato il Milan verso l’inseguimento allo scudetto. Uno scudetto che potrebbe avere il volto giovane, ma tosto di Pierre Kalulu.

Matteo Barile

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