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Juve Stabia, è storia: prima volta in semifinale dei playoff

Juve Stabia, abbraccio di squadra (Imago)

Favola Juve Stabia: batte il Palermo ai quarti di finale dei playoff e sogna ancora la Serie A.

Profumo di storia. Oggi l’ha scritta la Juve Stabia contro il Palermo. Per la prima volta dal 1907 (anno della fondazione del club), i campani si giocheranno una semifinale ai playoff di Serie B. E il racconto dice che la “cenerentola” dei cadetti, con l’ingaggio più basso dell’intero campionato, ha battuto la squadra con il secondo più alto.

Programmazione, pochi cambiamenti. Quelli giusti e oculati. E la decisione di continuare con Guido Pagliuca, eroe della promozione in Serie B solo una stagione fa. La Juve Stabia si candida seriamente ad essere la scheggia impazzita di questi playoff. E la Serie A adesso non è più utopia.

La firma è del bomber Adorante. Chi se non lui: sedicesimo gol stagionale, il primo in questi playoff dopo i 15 in campionato. Quindici volte a segno in 33 presenze. Venticinque anni e una squadra intera caricata sulle spalle: aveva fatto bene in Serie C, con 13 gol stagionali in 18 presenze; ha fatto meglio in Serie B con 4 gol in più.

Leader tecnico, non il solo, in una squadra piena di giovani. Genio e sregolatezza per il secondo club più giovane del campionato: l’età media registra infatti il dato medio di 24,3 anni per giocatore a partita. Meglio ha fatto solo il Frosinone con 23,7 anni.

Come la Juve Stabia ha raggiunto le semifinali

Organizzazione e solidità. La Juve Stabia ha dimostrato che per fare bene in Serie B non servono grandi sacrifici economici. Da un lato il Palermo, quarta squadra della B per valore rosa (53,60 milioni di euro), dall’altro i campani al 14esimo posto di questa speciale classifica con 16,3 milioni di euro. Era la partita più importante dell’annoe Pagliuca e suoi ragazzi non hanno sbagliato, di fronte ad un Romeo Menti esaurito con oltre 7.000 spettatori.

Una vittoria meritata, concretizzata nel secondo tempo ma costruita già nel primo con almeno 4 palle gol nitide e una parata fantastica di Audero sugli sviluppi di calcio d’angolo. Dominio territoriale e più occasioni degli avversari, prima di un secondo tempo più equilibrato in cui i padroni di casa sono stati però più cinici, nel segno di Adorante. Trascinatore e rapace d’area ad anticipare con l’esterno del piede destro l’intervento di Ceccaroni. Sessantasette, il minuto che ha cambiato la storia del match. E che ha scritto già, la storia del club.

Juve Stabia – IMAGO

Asse adorante-Thiam: fattori X contro il Palermo

Pianificazione, gestione oculata del budget, valorizzazione dei giovani calciatori, solidità difensiva e organizzazione. Con questi ingredienti la Juve Stabia si è guadagnata l’accesso in semifinale. Con l’asse Adorante-Thiam ha costruito invece, nello specifico, la vittoria contro il Palermo. Prima il tocco di esterno sotto l’incrocio a battere Audero, poi le due parate decisive di Thiam. Una, in particolare: quella su Ceccaroni al minuto 96. Il difensore rosanero aveva spizzato la palla quel tanto che basta per metterla all’angolino senza fare i conti con il 27enne senegalese. Un guizzo, un tuffo da felino a smanacciare in angolo (poi non assegnato da Di Bello) e salvare il risultato.

Qualche minuto prima, sullo 0-0, aveva tolto dall’incrocio dei pali la punizione calciata benissimo da Brunori. C’è anche lui, eccome, sulla vittoria della Juve Stabia. Il Palermo non ha creato tanto, ma il portiere ex Foggia ha sempre risposto alla grande. Dopo la parata su Ceccaroni, un urlo liberatorio con gli occhi spiritati a certificare il passaggio del turno. In semifinale ci sarà la Cremonese (QUI IL TABELLONE COMLETO), che ha chiuso al quarto posto la regular season e avrà due risultati su tre a disposizione al termine della doppia sfida per giocarsi la finale. Tutto giusto, ma c’è da fare i conti con la cenerentola della Serie B. Con chi con “due spicci” ha scritto la storia, e non vuole ancora fermarsi. Il sogno si chiama Serie A.

Manuele Nasca

Nato a Palermo nel 1999. Il calcio da sempre, nel salotto di mio zio tutte le domeniche (la squadra non ve la dico). Se ve lo state chiedendo, sí volevo fare il calciatore (ero bravino) ma dovevo studiare. Così oggi mi diverto con la tastiera con un solo obiettivo: emozionare ed emozionarvi (“l’articolo è per il giornalista come un quadro per il suo pittore”, mia)

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