Interviste e Storie

Tre ex Serie A e una Libertadores: chi è José Boto, ds del Flamengo

José Boto (CREDITS: Flamengo CR)

Dal Benfica allo Shaktar, fino al trionfo col Flamengo: il percorso di José Boto, che ha trasformato il fiuto per i talenti in trofei

La quarta Libertadores del Flamengo non è solo frutto del talento in campo. È anche il risultato del lavoro di José Boto, direttore sportivo arrivato dall’Osijek e capace di riportare giocatori del calibro di Danilo in Brasile. La rete dell’ex Juventus in finale contro il Palmeiras è il manifesto della sua strategia.

“È stato un anno di grande lavoro, impegno e dedizione con questo grande club”, per mettere il Flamengo “nella miglior posizione possibile per vincere e dare titoli ai tanti milioni che tifano per noi. Questo club è molto importante nella vita dei nostri tifosi e mi riempie di felicità poter dare loro questa immensa gioia di essere campioni della Libertadores”, ha aggiunto il DS portoghese dopo aver conquistato la quarta coppa Libertadores della storia del club.

La sua carriera inizia nel 1996 al Loures, sua città natale, dove inizia come allenatore della squadra locale. Un anno dopo si trasferisce al Sacavenense, ricoprendo la stessa carica. Dopo due anni, decide di accettare l’incarico di assistente delegato del Benfica, dove rimarrà fino al 2006, quando ritorna al Sacavenense. Il 2007 arriva un cambiamento importante per il portoghese: torna al Benfica, ma come scout. Il suo lavoro viene riconosciuto dal club, che nel 2010 decide di nominarlo Capo Scout. Nel 2018, passa allo Shakhtar Donetsk, ma come Direttore Sportivo – ruolo che ricoprirà per il resto della carriera. Infine, le due parentesi al PAOK (2021-23) e all’Osijek (2024/25), per poi finire al Flamengo nel 2025.

Ha firmato il record brasiliano di Libertadores vinte, ha battuto il Chelsea 3-1 al Mondiale per Club ed è a due giornate da vincere la Brasileirão Betano. Ha affinato il suo fiuto per gli affari in giro per l’Europa, finendo per toccare l’apice in Sud America. Una squadra con il sangue vincente, supportata da un tifo senza eguali: “Ho passato 12 anni al Benfica, che ha 6 milioni di tifosi in Portogallo ma non è paragonabile. Puoi avere esperienze in altri club, in altri paesi, in altre culture calcistiche, ma il Flamengo è a un livello completamente diverso. Ti rendi subito conto di quanto le persone siano coinvolte: non si tratta solo di supporto, è un legame emotivo profondo. Lo vedi nelle loro reazioni, in come vivono ogni momento legato al club. È qualcosa che puoi comprendere solo vivendo questa realtà ogni giorno”.

Il Flamengo alza la Libertadores, ma il trionfo nasce dietro le quinte

Dal 30 dicembre 2024, data dell’ufficialità del suo arrivo, il Flamengo ha cambiato radicalmente gestione e politica di acquisti del club. Nel 2024, il club carioca non è riuscito ad andare oltre alla terza posizione in campionato; in Copa Libertadores è uscito ai quarti di finale dopo la doppia sfida contro gli uruguagi del Peñarol (0-1 all’andata e 0-0 al ritorno). Il rilancio non poteva che passare da una scossa. E quella scossa porta la firma di José Boto.

Già dalla prima campagna trasferimenti del nuovo DS si poteva intuire come l’aria fosse cambiata. Danilo, Juninho, Saul, Jorginho, Emerson Royal, Carrascal e Samuel Lino. La nuova ricetta comprende acquisti di alto profilo e di livello europeo, non solo giovani promesse proveniente dalle leghe inferiori. Questi si sono calati subito nel nuovo contesto, diventando colonne portanti della formazione guidata da Felipe Luis. In finale di Copa Libertadores, quattro di quei sette sono partiti titolari (Carrascal, Lino, Jorginho e Danilo), risultando decisivi per la conquista del trofeo.

Danilo, difensore del Flamengo (Imago)

Grimaldo, Jovic e molto altro: il fiuto per gli affari di José Boto

Calciatori esperti, ma non solo. Nella sua carriera, prima da scout e poi da Direttore Sportivo, José Boto può vantare una lunga lista di talenti scovati e sottratti alle rivali, diventati negli anni campioni e protagonisti del calcio mondiale. Durante la sua gestione da capo scout, il Benfica ha chiuso colpi come Bryan Cristante (dal Milan per 5,2 milioni), Alejandro Grimaldo (dal Barca Atlètic per 2,1 milioni), Luka Jovic (dall’Apol Limassol per 6,6 milioni) e Mile Svilar (dal RSC Anderlecht per 2,5 milioni di euro).

Come Direttore Sportivo dello Shaktar Donetsk ha concluso alcune trattative di rilievo. Ad esempio, l’acquisto di Manor Solomon dal M. Petah Tikva per 6,5 milioni di euro, oggi bandiera della nazionale israeliana. Nel 2020/21, invece, ha messo l’ultima parola sulla promozione di Mykhaylo Mudryk e Georgiy Sudakov dallo Shaktar II. Al Flamengo, la necessità di tronare a vincere ha imposto una linea fatta di profili già rodati, capaci di incidere subito. E la Libertadores appena conquistata è la prova che la strada scelta è quella giusta. Con il trofeo in mano e la fiducia di un ambiente intero, José Boto è pronto a lasciare un’impronta profonda nel club.

A cura di Pietro Selvi

Redazione

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