L’ItalBasket ha sconfitto 94-86 la Serbia di Jokic, riuscendo in un’impresa incredibile e inaspettata e conquistando così i quarti di finale dell’EuroBasket.
Grandi protagonisti del match sono stati Marco Spissu, che ha messo a referto 22 punti e 6 triple, e Nicolò Melli, che con la sua ottima difesa è riuscito ad arginare il due volte MVP della NBA Nikola Jokic. Oltre a loro, si sono messi in luce Fontecchio, 19 punti per lui, e Polonara, 16 punti.
A prendersi la scena, però, è stato ancora una volta Gianmarco Pozzecco, coach della Nazionale azzurra da giugno di quest’anno. Nel corso della partita il Poz è stato espulso per doppio fallo tecnico e ha lasciato il campo in lacrime dopo aver salutato tutti i suoi giocatori e la panchina avversaria.
Al termine della partita, l’allenatore azzurro – a bordo campo – è impazzito di gioia, prima si è seduto a terra ed è poi saltato addosso alla sua squadra, non riuscendo a contenere la sua felicità. Poi, rientrando negli spogliatoi, è letteralmente saltato in braccio a Giannis Antetokounmpo, che stava andando a giocare la sua partita con la Grecia. Un mix di emozioni per Pozzecco, che in tutta la sua carriera è sempre stato contraddistinto da una forte empatia ed esuberanza.
Pozzecco stesso è consapevole di questa sua esuberanza e ne ha anche parlato nella sua conferenza stampa di presentazione lo scorso giugno: “Io sono questo. Quando divento come l’incredibile Hulk, quando divento verde, devo imparare a gestirmi. Con l’aiuto di mia moglie e dei tanti staff con cui ho lavorato sono migliorato nel gestirmi, però se uno mi chiedesse «Vuoi non diventare più verde?» io risponderei «Assolutamente no!»”. L’emotività è sì un limite, ma anche un punto di forza del Pozzecco allenatore e lui non vuole rinunciarci.
Nel calcio sono diversi gli allenatori che hanno un atteggiamento simile a quello di Pozzecco, su tutti – però – il Poz sembra ricordare Carlo Mazzone e Antonio Conte. Entrambi, in periodi diversi, si sono distinti per l’istintività, l’esuberanza e l’emozionalità con cui vivono le partite. È celebre la corsa di Mazzone sotto la curva dell’Atalanta dopo il pareggio del suo Brescia, come sono celebri le esultanze incontenibili di Conte, l’ultima delle quali ha causato un’accesa lite con Tuchel.
I tre sembrano essere accomunati anche dal forte legame che li lega ai propri giocatori. Nel corso della sua carriera Mazzone ha creato un legame fortissimo con due campioni come Baggio e Totti, ma tutti i suoi giocatori sottolineano il forte trasporto che l’allenatore romano sa trasmettere. Conte è riuscito a creare un gruppo molto unito in tutte le squadre che ha allenato, dalla Juventus all’Inter, passando per la Nazionale. Anche l’allenatore pugliese sa creare un forte legame con i suoi giocatori, entrando nelle loro teste e convincendoli a dare sempre qualcosa in più.
Anche Pozzecco ha sempre avuto un rapporto unico e particolare con i suoi giocatori e da molti è considerato il tredicesimo giocatore dell’attuale Nazionale. Le sue squadre sono sempre state contraddistinte da una forte mentalità e hanno spesso stupito per il loro agonismo. Caratteristiche notate anche da Daniele De Rossi, che due anni fa ha dichiarato: “Voglio contattare Pozzecco per seguire un suo allenamento, mi piace il rapporto che hai coi giocatori. Le dinamiche penso che siano simili. Da allenatore sta facendo grandi cose, non devo vedere come spiega il pick’n’roll, ma come interagisce con i giocatori”. La risposta – ironica – di Pozzecco non si è fatto attendere: “Potrai prendere tantissimi spunti negativi dai miei allenamenti. Vieni a vedere un mio allenamento, fai esattamente il contrario e hai successo (ride, ndr)”.
Non solo intemperanza, esuberanza e legame con i suoi giocatori, Pozzecco è legato al calcio anche perché da giovane era un calciatore. Fino ai 16 anni, infatti, Gianmarco ha praticato sia il basket che il calcio, salvo poi scegliere – giustamente, con il senno di poi – il basket e iniziare la sua fantastica carriera.
Alla conferenza stampa della sua presentazione come nuovo coach dell’ItalBasket, Gianmarco Pozzecco lo aveva raccontato: arrivò un momento della sua vita in cui scelse il basket e non il calcio.
“Erano anni che giocavo sia a basket che a pallone. Mio padre allenava una squadra di pallacanestro in Serie C e mi chiese di scegliere tra i due sport: ero talmente poco credibile come giocatore di pallacanestro, mi spiegò lui, che o avrei dovuto scegliere il calcio o avrei dovuto diventare un giocatore di basket incredibile: alla fine sono diventato un giocatore di basket incredibile“, raccontò il coach con il sorriso sulle labbra, oltre che con la sua tipica euforia.
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