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Italia, Gattuso: “Per migliorarsi la grinta non basta. Playoff? Sappiamo di non poter sbagliare”

Gennaro Gattuso, ct Italia (Imago)

Le dichiarazioni di Rino Gattuso in conferenza stampa alla vigilia di Italia-Israele

Tutto pronto, o quasi, per il secondo impegno degli Azzurri di Rino Gattuso in questa sosta per le Nazionali.

Martedì 14 ottobre, infatti, l’Italia affronterà Israele allo Stadio Friuli per un’altra gara valida per le qualificazioni al Mondiale 2026.

Assente ufficialmente Kean, che dopo l’infortunio rimediato contro l’Estonia e i successivi esami strumentali, ha lasciato il ritiro per fare ritorno a Firenze (QUI la probabile formazione).

“Siamo felici, c’è stata una tregua che ha permesso a tante persone di tornare a casa. Ci sarà la partita, ci saranno anche persone che contesteranno, ma anche altre persone dentro a tifare per noi. Playoff? Mi innamoro dei miei ragazzi perché vedo come stanno insieme, mi piace quello. Sapevamo di non poter sbagliare, sappiamo di dover migliorare ma ci sono anche cose positive ha esordito a Sky Sport il CT della Nazionale Rino Gattuso.

“Pio Esposito? Ha vissuto il gol in modo normale, è un ragazzo semplice, di poche parole. Ha numeri di corsa da centrocampista, penso che non ci sarà il rischio che si monti la testa. Bisognerà vedere quanto starà in campo, le partite durano 95 minuti. La mia passione? Mi sento a mio agio perché l’ho sempre voluto, ho vissuto anni da giocatore con questa maglia e ora vivo il momento, sembra di stare a casa”, di seguito la conferenza stampa del CT.

Italia, la conferenza stampa di Gattuso

Il CT ha esordito: “Io mi allenavo al 100% perché ero il più scarso a livello qualitativo, la mia unica strada era quella. Giocavo con tanta intensità, se ci ripenso forse avrei dovuto allenarmi di meno e risposarmi di più. Io ho la mia idea di calcio, e sappiamo che dobbiamo fare determinate cose. È giusto che i giocatori si riposino, ma quando si lavora bisogna allenarsi come se fossimo in partita. Abbiamo tanti strumenti per valutare quello che vogliamo fare, diamo una grande importanza nei numeri, nei quali credo fortemente”.

Sulle parole di Spalletti: “Ringrazio Luciano prima di tutto, non ti nego che parlando con la federazione ho pensato di chiamarlo, per sentirlo. Però quando senti parlare Luciano capisci che è un uomo vero. Per come la penso io, di sicuro c’è solo la morte, tutto va conquistato. Io quando sono arrivato sapevo al 100% quello che volevo fare. Non so cosa intendesse con leggerezza, ma riuscire a lavorare con la voglia e il senso di appartenenza è il mio obiettivo. Bisogna parlare quando si deve parlare, li lasciamo liberi, si parla di calcio quando si deve parlarne. Anche a me dava fastidio quando si parlava troppo, stiamo facendo questo. I meriti sono dei giocatori, basta guardare Bastoni. Poteva andare via subito, invece è rimasto con la squadra, così come Moise Kean. Ha preferito mangiare con la squadra e poi partire“.

Gennaro Gattuso e Luigi Riccio, Italia (Imago)

“Avevo solo un dubbio, il fatto di riuscire a sopportare due attaccanti. Devo dire che non sono contento solo per i gol che stanno facendo, ma per il lavoro che stanno facendo. Fanno tanto volume, scalano difensivamente in fase di non possesso, si sono fatti trovare pronti. Pio Esposito ha numeri incredibili. Dovevamo fare gol per prendere la Norvegia, creare più palle gol possibili, c’è una logica dietro”. 

“Pensare ai playoff? Dobbiamo prima arrivarci”: le parole di Gattuso

Sul migliorarsi: “Con la grinta non si sistema nulla, bisogna anche migliorare sotto l’aspetto tattico. Se andiamo ad analizzare la partita con Israele  non ci sono errori tattici, ma di concetto. Troppi canali aperti, abbiamo pressato in modo sbagliato. Loro verranno qua a giocarsi il tutto per tutto, saranno offensivi. Persone fuori dallo stadio? Abbiamo parlato della partita. I ragazzi sanno quello che succederà, sicuramente vedranno quelli che saranno dentro e si concentreranno”

Sui playoff: “Dobbiamo prima arrivarci. Pensiamo prima alla partita di domani. Non abbiamo ancora preparato nulla. Formazione? Vedremo domani, faremo sicuramente qualcosa di diverso rispetto all’Estonia. Bisogna fare attenzione, loro hanno qualità sugli attaccanti esterni, che saltano l’uomo. Pio Esposito merita tutto, vediamo come stanno tutti“.

Simone Bianchi

Classe 2002, nato nel Varesotto. Cresciuto tra un record del mondo di Michael Phelps e un tackle difensivo di Vidić. Qualche soddisfazione tolta nel nuoto, meno nel calcio. Per riassumerla in breve, come dice Ligabue: “Nato senza i piedi buoni”. Ora inseguo quel sogno, diventato obiettivo, di raccontare lo sport a tutto tondo, per trasmettere quelle emozioni che mi hanno cresciuto fin da bambino.

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