Interviste e Storie

“Ci eravate mancati”, l’Inter e la centralità di Thuram e Calha

L’esultanza di Thuram e Calhanoglu – Imago

“Quanto ci eravate mancati”.

Non possiamo saperlo con certezza, ma con ogni probabilità questo è il pensiero che ha attraversato la testa di molti tifosi interisti.

Thuram e Hakan Calhanoglu sono tornati. Lo hanno fatto riaffermando fin da subito la loro centralità negli equilibri e nell’anima della squadra di Simone Inzaghi. Con personalità, con carisma, con i gol.

L’Inter, dopo un anno di assenza, riscatta l’eliminazione dello scorso anno negli ottavi contro l’Atletico e torna nel G8 del calcio europeo. Un ritorno nel segno del numero 9 e del numero 20.

Il francese e il turco. Entrambi arrivavano da un periodo non semplice dovuto a dei problemi fisici. “Siamo qui”.

Hanno legittimato il loro ruolo, hanno dimostrato la loro importanza. “We are back”.

Le treccine, Lauti e il coro: una serata da Tikus

È un Thuram diverso rispetto alla scorsa stagione. Più decisivo, più efficace, più bomber. Come lo si può capire? Partendo dai numeri. Lo scorso anno erano stati 15 i gol. Quest’anno sono 16. Piccola differenza, siamo all’11 marzo. Ma la sua crescita non la si misura solo in questo. La si vede nel suo atteggiamento, nel suo diverso peso assunto all’interno degli schemi nerazzurri, nella paura degli avversari, nella sua maggior consapevolezza in campo e davanti alla porta.

Una differenza nitida e chiara se si ripensa a una stagione fa, quando l’Inter venne eliminata dall’Atletico. In Spagna fu proprio il francese a sprecare un’importante occasione per pareggiare la partita. 12 mesi dopo con i suoi due gol tra andata e ritorno, ha lanciato i nerazzurri verso la qualificazione. Con le nuove treccine sulla testa, il solito sorriso sul volto e quella corsa per abbracciare l’amico Lauti dopo l’1-0. E con un Marcus così, per una partita si può anche rinunciare al proprio capitano. L’Inter si gode il suo Thuram 2.0.

Marcus Thuram, Inter (IMAGO)

Calha al centro

Al centro del sistema.  Equilibratore del sistema. Esiste un Inter con Calhanoglu e un Inter senza Calhanoglu. Il turco è forse l’uomo che più è mancato ai nerazzurri in questa stagione. Un anno anomalo per gli infortuni. “Non mi era mai successo”, ha raccontato il numero 20 negli scorsi giorni.

Ora con i due gol consecutivi con Monza e Feyenoord il turco si è ripreso la regia della sua macchina. Quella macchina che lo scorso anno aveva guidato verso il ventesimo scudetto e la seconda stella. L’obiettivo adesso ha un nuovo numero, il tre:Triplete? La mentalità è quella di fare del nostro meglio, vogliamo regalare ai nostri tifosi qualcosa di importante, ma guardiamo passo dopo passo“.

Nicolò Franceschin

Nato nel 1997 tra Milano, Como e Lecco. Laureato in Giurisprudenza, ma ai codici ho preferito una penna. Cresciuto con Maradona (il calcio), ma anche Ronaldinho e Sneijder. Il fascino del numero 10. Credo nella forza delle parole. Verità e narrazione. In giro in macchina per stadi, campi e strade alla ricerca di nuovi colori da scrivere, perché ognuno ha una sua sfumatura. Le note del telefono che si riempiono di storie, alcune il cui finale è ancora tutto da scrivere. Una di queste è la mia. Raccontare emozioni e dare voce a chi non ce l’ha.

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