Quando Inzaghi a luglio, seduto a tavolino, disegnava la sua Inter, di certo se la immaginava diversa da quella che si presenterà al primo big match in casa della stagione (Champions esclusa). O almeno la immaginava con una spina dorsale differente. Alcuni giocatori simbolo a cui pensava di potersi affidare gli sono mancati, e gli mancheranno, ancora per un po’: De Vrij dietro, superato al momento nelle gerarchie da Acerbi, Brozovic in mezzo e Lukaku davanti. Tutti e tre, – per motivi diversi – domani contro la Roma non ci saranno (qui la probabile formazione).
In difesa accanto a Bastoni e Skriniar ci sarà Acerbi, che sentirà aria di derby dopo 4 anni alla Lazio da leader e riferimento. Otto partite giocate contro la Roma, tre sconfitte, tre vittorie e un gol. Per lui, come per Dzeko e Mkhitaryan, non sarà una partita come le altre. Ma ci torneremo.
A centrocampo invece la parola d’ordine è rivoluzione. Per la prima volta toccherà a Kristjan Asllani partire titolare e guidare il centrocampo con precisione e geometrie. Sarà lui in mezzo a dettare i tempi. Davanti invece si vedrà ancora Dzeko, che ha segnato in nazionale e che contro la sua Roma ha già punto, in Coppa Italia lo scorso febbraio. Allora vinsero i nerazzurri due a zero e Inzaghi si augura che il risultato sia lo stesso. Magari ancora grazie a una zampata di Edin.
A centrocampo si rivedrà Calhanoglu, che in settimana si è allenato in gruppo ed è pronto a partire dal 1’. Inzaghi in conferenza ha detto “ne ho quattro tra lui, Barella, Asllani e Mkhitaryan”. In poche parole, tre dall’inizio e uno pronto a subentrare. L’assenza di Hakan nelle ultime uscite – vedi Udine – si è fatta sentire e per tornare a correre il suo apporto sarà fondamentale. Il Barca è alle porte, ma il test con la Roma è importante per capire a che punto è il suo recupero. Bentornato Calha.
Contro la Roma Inzaghi cambierà la decima formazione in altrettante partite. Tante le cause. Dai troppi appuntamenti ravvicinati, agli infortuni. Il risultato però è una ricerca di una continuità di interpreti che al momento è solo ideologica. Bisognerà trovarla con il tempo. Le idee sono chiare e l’allenatore lo ha ripetuto più volte: “Sarà necessario cambiare marcia a partire da domani”. Prima Mou, poi il Barcellona di Xavi. Impossibile sbagliare. Tanto influirà l’atteggiamento, Inzaghi lo sa e non ammette distrazioni. Vincere, convincere e ritrovare il sorriso. L’obiettivo è chiaro, ora bisognerà tornare a correre per farlo diventare realtà.
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