Dieci anni dopo l’Inter torna a giocare una finale europea. Era il 2010 e i nerazzurri del presidente Massimo Moratti completavano una stagione da sogno alzando al cielo a Madrid la Champions League contro il Bayern Monaco. Oggi l’obiettivo si chiama Europa League, una competizione che l’Italia non vince da 21 anni, quando ancora si chiamava Coppa Uefa. “C’è un’attesa che mi ricorda molto la sfida con il Bayern: anche allora c’erano molti più timori per l’esito della semifinale. Vincere in questo modo dà una carica pazzesca, sono partite che ti fanno fare un grande salto di mentalità”, spiega l’ex presidente nerazzurro a ‘La Repubblica’.
E se l’Inter spera di ripetere il successo del Parma di Malesani nel 1999 è anche grazie alla sua coppia d’attacco: “All’inizio Lukaku non aveva molto convinto, ma ha dimostrato di essere un calciatore intelligente che sa giocare per la squadra. Poi c’è Lautaro che fa cose straordinarie, ha un potenziale enorme”.
L’Europa League potrebbe cambiare anche il futuro di Antonio Conte: “Penso proprio rimanga. Come tecnico non si può discutere, è proprio bravo, come si fa a sostenere il contrario? Dicono che è antipatico? Conte ha un suo carattere, ma gli allenatori non sono mai troppo simpatici. E per esperienza so che quello che conta per l’allenatore è il rapporto con il presidente”.
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