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Inter, guarda come si fa: Ben Godfrey e il manuale su come fermare Haaland

Era finita in parità la partita tra il Manchester City, allora lanciato nella rimonta contro l’Arsenal, e l’Everton, in lotta retrocessione come ore. I Toffees erano usciti con i punti dalla partita dell’Etihad Stadium del 31 dicembre scorso. Miracolo di Natale in ritardo? No, semplicemente Ben Godfrey. Per tutta la partita ha marcato un certo Erling Haaland seguendolo anche in bagno. Di tempo da quella partita ne è passato: ora il City è campione d’Inghilterra e in finale di Champions League contro l’Inter. Se i nerazzurri vogliono provare a fermare il norvegese, qualche lezione da Ben Godfrey non farebbe male.

 

Ha annullato il norvegese in tutto e per tutto. Sia con interventi perfetti che con il caro vecchio trashtalking. Traducendo in maniera letterale, “spazzatura che parla”, parafrasando “provocazioni”. Haaland non la prende bene. Si innervosisce e quando segna (perché puoi anche annullarlo ma tanto in qualche modo segna) esulta in faccia al difensore classe ’98. L’attaccante dei Citizens però non ha fatto i conti con il karma. Passa poco più di mezz’ora e Demarai Gray (con un gol magnifico) “vendica” il compagno e fa guadagnare un punto vitale alla squadra per la lotta salvezza. 

Capitano della storia

Se lo ricordano dalle parti di York, sua città natale. Figlio di Alex Godfrey, ex giocatore di rugby, è stato il primo a far vincere la English Schools’ FA Inter-Association Trophy, tra i tornei giovanili più prestigiosi d’Inghilterra, a una squadra di York. Era lui il capitano della York & District under-13 team nella finale contro il Southampton nel 2011. Cresce nel vivaio dello York City, tolta una parentesi per un anno al Middlesbrough. A 17 anni esordisce con la prima squadra nella League Two, la nostra Serie D.  

La cessione da record e Ancelotti

Prima di arrivare in Premier League, fa tutta la scalata delle serie inglesi. Nel 2016 arriva al Norwich, diventa una stella delle giovanili, ma racimola appena un paio di presenze in Championship prima della cessione in prestito allo Shrewsbury. La stagione 2018-2019 è quella della svolta: conquista la promozione in Premier League da assoluto protagonista con il Norwich e segna anche uno strano record nel campionato inglese. Infatti Ben Godfrey è il primo espulso della storia della Premier con il VAR dopo un intervento su Callum Wilson contro il Bournemouth. 

 

 

La retrocessione in Championship dopo appena un anno non rovina di certo il buon lavoro fatto fino a quel momento. Nel 2020 Ancelotti lo nota e lo porta all’Everton. Il club sborsa 27,50 milioni di sterline e quella di Godfrey diventa la cessione più redditizia della storia del Norwich. Sulla sponda blu del Merseyside esordisce nel derby contro il Liverpool, non una partita qualunque. Prestazione più che sufficiente, come tutta la stagione. Alla sua prima con l’Everton viene nominato dai tifosi miglior giovane dell’anno. Tant’è che anche Southgate mette gli occhi su di lui e lo inserisce nella long list dei convocati dell’Inghilterra per gli Europei. Non farà parte della rosa effettiva però esordisce nella nazionale maggiore qualche mese dopo in amichevole. 

Godfrey ferma Haaland alla prima da titolare in questa stagione

Da Ancelotti a Benitez e Lampard. In tre stagioni è sempre stato una colonna della difesa dell’Everton. Anche se quella contro il Manchester City era solo la sua terza partita in questa stagione, la prima da titolare. Il difensore inglese infatti ha saltato tutta la prima parte di campionato per una frattura al perone. Rientrato nella scorsa partita contro il Wolverhampton, ha giocato forse la sua miglior prestazione contro il Manchester City.

“Non c’è bisogno che dica che Erling Haaland è un buon giocatore. Era nervoso, lo si poteva vedere dalle sue reazioni. Io dovevo solo fare il mio lavoro”. Così Godfrey ha commentato il confronto con il norvegese nel post partita. Erling Haaland si ricorderà per un po’ di Ben Godfrey. E anche l’obiettivo dell’Inter sarà quello di non farsi dimenticare tanto facilmente dal norvegese.

Antonio Salomone

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