"Quello che sta accadendo non è un colpo mortale ma è un colpo durissimo. Però, nonostante tutto sono sereno: non sono uno che si arrende. Sono pronto a ricominciare, sapendo che ci sarà da lavorare anche più di prima". Inizia così l'intervista alla Stampa del presidente del Genoa, Enrico Preziosi. Un momento difficile, a livello sanitario, per tutto il mondo e che potrebbe causare anche delle difficoltà a livello economico in molte società, non solo nel settore sportivo.
E il presidente rossoblù è ovviamente interessato direttamente con la sua Giochi Preziosi: "Dovevamo andare in Borsa ad aprile, ora è tutto fermo: un disastro difficile da quantificare In questo momento abbiamo 450 negozi chiusi, il mio primo pensiero è per i dipendenti: prima di tutto bisogna salvare il loro posto di lavoro, lavoreremo per questo. Il rischio è di perdere 300 o 400 milioni di euro di fatturato".
Sull'importanza del calcio, in questo momento, Preziosi non ha dubbi: "Non è una priorità, ma se ne deve parlare. Perché è un’azienda ed è in difficoltà, come tutto il resto. Bisognerà restare fermi fino al 3 maggio, non so cosa accadrà. In questo momento conta la salute delle persone. Playoff e playout? e playout? Non sono d'accordo. Le regole non si cambiano in corsa. E il Genoa non ha alcun vantaggio dallo stop del campionato. Eravamo una delle squadre più in forma, sono sicuro che avremmo scalato la classifica arrivando a metà. Cosa succederà? Può essere annullato oppure si troveranno altre soluzioni, prima di tutto conta la salute. Bisognerà tornare alla normalità, poi si potrà pensare alle partite di calcio".
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