L’intervista al presidente Manrico Gemignani per “Carrara è salva”, lo speciale sulla salvezza della Carrarese.
Spesso, alla base dei successi più inaspettati, ci sono persone che ci hanno sempre creduto. Per questo non vogliono usare la parola “miracolo”: quella che per gli altri è un’impresa, per loro è sempre stato un obiettivo.
Manrico Gemignani, presidente della Carrarese, è l’artefice di quello che per (quasi) tutti era un traguardo irraggiungibile.
“Ci credevo davvero, per i valori della squadra che ha vinto il 9 giugno, data che rimarrà nella storia della società e della città perché riuscire a ottenere una promozione è stato qualcosa di incredibile”, racconta a gianlucadimarzio.com. “La Carrarese era già stata in Serie B 76 anni fa, ma tramite ripescaggio, questa invece è la prima volta nella storia per merito sportivo. È un qualcosa di storico”.
Un risultato che Gemignani descrive con due aggettivi: “Entusiasmante e complicato. La prima parola la scelgo perché chiaramente il primo anno in Serie B è importante: ci si scontra con realtà differenti. La seconda perché siamo partiti senza stadio né per allenarci né per giocare la partita e abbiamo fatto due mesi ad allenarci fuori Carrara in campi normali”.
Gemignani interpreta il suo ruolo di presidente in un modo che dice molto del suo modo di essere: “Prima di tutto sono carrarino anche io. È la squadra della città, io la amministro e basta. La cosa importante è il calore di questa città, aver riportato la gente allo stadio. All’inizio dissi ai tifosi che era il primo anno per tutti e avremmo sicuramente avuto dei momenti di difficoltà. Devo essere onesto: hanno fatto una cosa fantastica, ci hanno sempre seguito anche in trasferta”.
La Carrarese, in Serie B, aveva il terzultimo monte ingaggi. Il dodicesimo posto è stato un grande successo anche dal punto di vista economico: “Ma non avevamo via d’uscita. Abbiamo uno stadio piccolo e non possiamo basarci sugli incassi che provengono dall’impianto per usare una parte economica maggiore. Vengono tramite sponsorizzazioni, altrimenti è difficile. Siamo stati costretti a prendere giocatori con un determinato valore economico e giovani validi in modo tale da quadrare il bilancio. La nostra forza è stato lo scouting e i dirigenti: prendere giocatori normali a cifre sostenibili e giovani validi”.
Questo successo passa anche dal lavoro di un uomo che in panchina ha costruito una mentalità vincente. Antonio Calabro è arrivato a Carrara nel gennaio 2024 e il primo colloquio con il presidente è stata una tappa fondamentale di questo percorso: “La prima cosa che gli dissi fu: ‘Vorrei vincere e andare in Serie B, la squadra è valida’. Lui mi rispose che la rosa aveva molti valori e potevamo puntare a salire di categoria.Da quel momento l’obiettivo era definito: tornare in Serie B. Non è stato un miracolo: la Carrarese ci credeva fin dall’inizio”. (LEGGI QUI L’INTERVISTA A CALABRO)
Crederci. C’è stato un momento in cui anche il presidente lo ha fatto un po’ di più: “Contro il Modena abbiamo vinto una partita incredibile giocando in 10. I ragazzi sono stati incredibili. Hanno messo in campo carattere, gioco, tutto. Anche il pareggio, giocando 70 minuti in 10, sarebbe stato importante. La gioia è stata così grande che sarebbe valsa già di per sé come salvezza. Diciamo che il cuore stava soffrendo”.
Il lavoro è proseguito con il mercato estivo: mattoncino dopo mattoncino, la società ha inserito i pezzi giusti nella rosa e li ha consegnati a Calabro perché li modellasse. I nuovi acquisti si sono inseriti su una base forte, solida e sana che c’era già dall’anno prima e che ha permesso a tutti di rendere al massimo. Ci sono due trattative che Gemignani associa a ricordi particolari: “La prima è quella per Cherubini: ha avuto la volontà di venire a Carrara fin da subito, usciva dalle giovanili. Non serve che dica io cosa ha fatto quest’anno. L’altra è quella per Shpendi: cercavamo un attaccante di Serie A e l’abbiamo chiuso l’ultimo giorno di mercato. Ci ha fatto sudare fino in fondo. Comunque sia anche tutti gli altri acquisti sono stati straordinari”.
Il 9 giugno 2024 è arrivata la promozione in B, il 9 maggio 2025 la salvezza. Undici mesi pieni di emozioni. Ma ora il presidente Gemignani prova a immaginare il futuro della Carrarese: “Mi piacerebbe avere un tifo e un entusiasmo come quelli che ci hanno accompagnato quest’anno”. Senza dimenticare i risultati: “Vogliamo continuare a consolidarci sempre di più e diventare un’entità riconosciuta da tutti”. Non chiamatelo miracolo.
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