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“Ha fermato Messi ma…”. Francia, il coro per Kanté è tutto da ridere

I campioni sono tornati a casa. Già, dopo essere salita sul tetto del mondo in Russia, la Francia è stata accolta dall’affetto degli oltre 80000 tifosi che, ieri sera, hanno riempito gli spalti dello Stade de France per assistere alla partita contro l’Olanda. Seconda giornata del proprio girone di Nations League e vittoria, con i ragazzi di Deschamps che volano così in testa al gruppo a quota quattro punti considerato anche il pareggio ottenuto in Germania all’esordio.

Per piegare l’Olanda ci è voluta una grandissima prestazione, culminata con le reti del solito Mbappè e di Giroud. Ma i cuori del popolo francese erano tutti rivolti ad un altro giocatore del Chelsea. Di mestiere non fa l’attaccante, ma il centrocampista. Non è il gol la sua essenza, bensì la grinta con cui recupera centinaia di palloni. Si chiama N’Golo Kanté, un ragazzo che cinque anni fa giocava nella terza divisione francese e che adesso tutti i più grandi club vorrebbero.

Nel mezzo una clamorosa Premier vinta con il Leicester e un Mondiale portato a casa da assoluto protagonista. Sempre in campo, in tutte le sette partite. Deschamps non l’ha mai tolto, eccezione fatta per gli ultimi 40′ della finale con la Croazia. Con l’Olanda, ovviamente, altri 90′. Ma la festa è scoppiata dopo il triplice fischio finale da parte dell’arbitro Mallenco.

Già, perché lo Stade de France ha voluto rendere onore alla squadra che ha portato la Francia sul tetto del mondo calcistico. Applausi e cori per tutti i giocatori. Chiamati uno ad uno in campo dal tunnel degli spogliatoi dallo speaker, Pogba e compagni hanno alzato il trofeo vinto in Russia davanti alla propria gente. Il tutto sulle note di Ramenez La Coupe a la Maison (Porta la coppa a casa) di Vegedream, ma non solo.

Ad un certo punto, infatti, i giocatori si sono passati il microfono e hanno intonato un coro in onore proprio di Kanté. Testo e musica scritti durante la lunga permanenza in Russia, fra una vittoria e l’altra, fra emozioni, paure e gioie. Le parole? “Piccolo e gentile, ha fermato Messi. Ma è un imbroglione a carte”. Già, perché a quanto pare Kanté è tanto forte in campo quanto furbacchione con il mazzo di carte in mano. “Ma non è vero – ha sorriso nel post partita – la realtà è che sono un rivale ostico per loro”.

“Si potrebbe cambiare canzone?” A nulla è valsa la timida richiesta del centrocampista del Chelsea che, sommerso dagli abbracci dei suoi compagni, si è dovuto unire alla loro voce. E a quella degli oltre 80000 dello Stade de France, letteralmente pazzi di lui. Non male per chi soltanto cinque anni giocava in terza serie e notti del genere poteva solo sognarle.



Redazione

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