Sulla spiaggia di Bagatell, a Barcellona, risplende il sole e si respira libertà. Si stacca la spina, cullati dalle onde del mare. Lontano dal calciomercato, da affari e trattative. Anche se ogni tanto l’occhio può caderci e possono arrivare alla mente pensieri del tipo “cavolo quello lì lo avevo segnalato io”. In fondo la vita dello scout è così: intuito, guizzi e magari anche qualche rimpianto. Pazienza. Francesco Maglia – scout del Bologna fino al 30 giugno scorso – lo sa e quando glielo fai notare se la ride. Poi riflette e racconta. “Io prima di arrivare in rossoblù, avevo lavorato solo in società di C o D. Ho trovato un altro mondo, a partire dalle strutture fino al modus operandi. Ti assicuro che di talenti ne abbiamo scovati e segnalati tanti. Peccato che poi nel calcio ci siano tanti altri fattori che portano alla conclusione di un affare. Non basta scoprirli o arrivare per primi”.
Oggi Francesco, classe 1990, ha deciso di prendersi una pausa dal calcio e andare a fare un’esperienza di vita in Spagna. D’altronde quando sei fermo vedi il mondo da un’altra prospettiva, ti gira in torno più veloce ma ti dà la possibilità di analizzarlo meglio. “Avevo altre offerte, ma sentivo il bisogno di staccare per un po’. Ma il calcio è l’ambiente in cui mi vedo in futuro, sia da scout che magari da direttore sportivo”. Obiettivi da raggiungere, con lo sguardo rivolto a ciò che sarà. Chissà se oggi, chiudendo gli occhi, si immagina Lucca esultare davanti al pubblico dell’Dall’Ara. Magari dopo un gol di testa su cross di Afena Gyan o su lancio di Asslani. Con un pizzico di rammarico, per tutto quello che poteva essere ma non è stato. “A Bologna abbiamo lavorato molto bene a livello di scouting. Io seguivo molto il campionato primavera e a settembre avevo segnalato Afena Gyan della Roma, prima che esordisse contro il Cagliari. Anche Lucca, che ora firmerà con l’Ajax, io lo avevo notato a Palermo, prima che esplodesse”.
Stesso discorso vale per Asllani e Casadei, anche se poi durante l’anno hanno avuto percorsi diversi. “Credimi sono due ragazzi che li vedevi due minuti in primavera e ti bastavano per capire che erano di un’altra categoria. Ma non solo a livello tecnico. Anche dal punto di vista delle scelte e della struttura fisica. Il primo infatti l’ha comprato l’Inter, il secondo lo vuole il Chelsea di Tuchel. Mica male”. A dimostrazione che l’occhio è quello giusto, come anche l’intuito e la bravura nel saper riconoscere il talento. Qualità che non impari, ma che hai dentro.
Oggi Maglia ha voglia di continuare a imparare, tra scrivania, video e campo. “Lavoro nel settore della comunicazione, ma spero di poter rientrare presto nel calcio. Sono partito da Lamezia Terme che avevo 21 anni, ora sono Spagna e domani chissà. Mi piacerebbe fare un’esperienza in Inghilterra. Mantengo i piedi ben saldi per terra ma so da dove sono partito e dove voglio arrivare”. Idee chiare, con la mente al futuro. Senza paura, ne voglia di guardarsi indietro. In attesa di scoprire altri talenti e vederli esultare sotto la curva. Stavolta però a occhi ben aperti.
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