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Traghettatore a chi? Dalla banca al Bayern: Flick, il Meisterschale è tuo

Hans Flick è uno che non molla, l'aveva già capito a 18 anni. Futuro calciatore, si rifiutò di lasciare un tirocinio in banca. "Volevo un lavoro su cui contare perché non sapevo per quanto tempo avrei potuto giocare a calcio”. Avrebbe dovuto giocare da professionista allo Stoccarda, ma preferì continuare ciò che aveva iniziato. 

Proprio come ora. Doveva essere il traghettarore del Bayern, è diventato l'allenatore che ha vinto la Bundes con i bavaresi, dopo aver raccolto l'eredità di Kovac. Flick regala l'ottavo titolo consecutivo del Bayern, il primo Meisterschale da allenatore. Numeri da capogiro per una squadra che, fino a novembre scorso, sembrava pronta a cedere lo scettro di regina di Germania. Poi, però, il cambio in panchina: fuori Kovac, dentro Flick. 

Flick, rivoluzione

Lo dicono i numeri: Flick ha rigenerato il Bayern Monaco. Tant'è che si è guadagnato la conferma alla guida del club fino al 2023. La percentuale di vittorie, da quando siede sulla panchina dei bavaresi, è altissima. Solo due sconfitte, contro Leverkusen e Gladbach, prima di spiccare il volo.

Il Bayern è l’unica squadra in Germania a non aver perso nell’anno solare: in campionato 14 vittorie e un solo pareggio, 45 gol fatti e solo 8 subiti. E dalla ripresa della stagione lo scorso 17 maggio sono arrivate sette vittorie su sette, raggiungendo la finale di Coppa di Germania.

Parlare di triplete non sembra neanche un’utopia per il Bayern, una squadra che sta mostrando un grande gioco con il 4-2-3-1 e che Flick ha applicato al suo undici, evoluzione del 4-3-3 che utilizzava Kovac. La chiave del successo, nella prima stagione senza Robben e Ribery, è stata la valorizzazione dei giovani. Su tutti Alphonso Davies, diventato un titolare inamovibile sulla corsia di sinistra. Ma anche la maturità raggiunta da Gnabry, Coman, Kimmich e Goretzka.

Il segreto del successo? Flick conosceva gran parte dei giocatori che oggi allena dai tempi della nazionale. Per dodici anni è stato la spalla di Joachim Low sulla panchina della Germania, conquistando anche la Coppa del Mondo nel 2014. Per la prima volta nella storia, né il c.t. né il suo vice avevano vestito la maglia della selezione maggiore.

Tra l’altro la storia di Flick è legata a quella di Low già che diventasse allenatore. Nel 1985 Flick approdò al Bayern Monaco, dove in cinque stagioni ha vinto ben quattro titoli di Germania, lasciando il Sandhausen. In quest’ultimo club arrivò Markus Low, fratello del commissario tecnico tedesco, che prese proprio il posto di Flick.

Da calciatore del Bayern, Flick ebbe modo di ammirare l’allenatore che ancora oggi resta il suo modello: Jupp Heynckes. “È stato l’allenatore migliore che abbia avuto – raccontò Flick dopo la vittoria in Champions contro la Stella Rossa – Ha sempre avuto un ottimo rapporto con i calciatori. Per me è un esempio, ha grandi doti di empatia”.

D’altronde la carriera da allenatore di Flick è iniziata presto. A 28 anni appese gli scarpini al chiodo, complici diversi infortuni che hanno fermato la sua carriera da calciatore.

Nel 2003 conseguì la licenza da allenatore professionista presso la German Sports University di Colonia dopo che aveva già alle spalle due esperienze in panchina, prima con il Bammental nella Oberliga del Baden-Württemberg e poi con l’Hoffenheim, dove guadagnò la promozione in 3.Liga.

Breve ma intensa è stata anche l’avventura al fianco di Giovanni Trapattoni, da vice, al Salisburgo prima della chiamata della nazionale tedesca. Ora è diventato allenatore e ha vinto il titolo.

Giovanni Mazzola

Siciliano, classe '96, cresciuto a pane e calcio...di provincia. Il mio primo ricordo è Corea-Italia del Mondiale 2002, non ho fatto in tempo per il golden gol di Trezeguet del 2000. Passione e curiosità sono le mie parole d'ordine: senza queste non avrei mai fatto il giornalista. Pubblicista dal 2018.

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