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Fiorentina, Pradè: “Non potevamo non vincere, era per Joe”

Per il secondo anno di fila la Fiorentina ha conquistato la finale di Conference League. Ai viola, per passare il turno contro il Club Brugge, è bastato pareggiare 1-1 nella semifinale di ritorno, dopo il 3-2 del Franchi all’andata. Nel post partita il direttore sportivo della Fiorentina, Daniele Pradè, ha parlato della felicità di aver raggiunto questo obiettivo. 

Le parole di Daniele Pradè dopo Bruges-Fiorentina

Daniele Pradè ha cominciato l’intervista commentando la gara e dedicando il passaggio del turno a Joe Barone: “Io penso che le gioie che ti può dare lo sport e il calcio in particolare siano indescrivibili, noi viviamo di questo, viviamo per quello che possono provare i tifosi, il nostro presidente, le nostre famiglie. E poi oggi non potevamo non vincerla, era per Joe. Al momento del rigore ci siamo tenuti mano nella mano con tutta la loro famiglia, è stato meraviglioso. Avevamo promesso questo passaggio del turno anche alla famiglia Commisso, perciò siamo felicissimi. Andare a festeggiare poi sotto la curva è una cosa meravigliosa. Io di partite importanti in campo europeo ne ho fatte, ma una tale bolgia è difficile trovarla, è stata veramente una partita incredibile“. 

Il direttore sportivo della Fiorentina ha parlato anche di Beltran e di Vincenzo Italiano: “Beltran è un giocatore forte, oggi ha dimostrato di avere proprio gli attributi veri prendendosi quel rigore dopo che avevamo sbagliato gli ultimi cinque. In più quest’anno è veramente incredibile: ogni volta che calciamo prendiamo il palo o la traversa, una media da scudetto…Adesso è il momento meno opportuno per parlare del futuro di Vincenzo Italiano, ma posso dire che il rapporto che c’è con lui rimarrà sempre indelebile: con lui abbiamo fatto dei percorsi incredibili, lui è amato da tutti quanti noi, da Joe e dalla famiglia Commisso, da me e da tutti“. 

Pradè ha concluso l’intervista ricordando la finale persa lo scorso anno contro il West Ham e raccontando la voglia di rivalsa: “Riprovarci a distanza di un anno (a vincere la Conference, ndr) è una delle meravigliose opportunità che ti dà lo sport. Passi una settimana a stare malissimo perché hai perso una partita, anche la famiglia sta male; e poi vivi queste gioie incredibili insieme a tutti loro“.

Redazione

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