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Moriero: “Inter, ecco come si vince la finale di Europa League”

Come se fosse in campo. Al largo ma con gli occhi da tifoso. La guarderà così la finale di Europa League 2020 Francesco Moriero? Intercettato in barca nella sua Puglia, l'ex centrocampista dell'Inter ha rivissuto ai microfoni di Gianlucadimarzio.com la finale di Coppa Uefa di Parigi del 1998, in vista del ritorno in una finale europea della sua Inter, venerdì 21 agosto a Colonia contro il Siviglia.

L'immagine del profilo di Whatsapp resta quella con il Fenomeno, Ronaldo. "Avevamo lui nel '98. Come squadra, allora avevamo molta più qualità tecnica, più fantasia, basti pensare che c'era proprio Ronaldo. L'Inter attuale è molto più fisica e più tattica, la cosa che l’accomuna a quella del 1998 sicuramente è l’unione del gruppo".

COME SI VINCE UNA FINALE DI EUROPA LEAGUE?

Colonia come Parigi nel '98? Ecco come si vince una finale: "Io ho avuto la fortuna di vincerla insieme a dei compagni straordinari. Bisogna essere consapevoli di essere una squadra forte e credere ognuno nel proprio compagno, sapere che ogni componente può fare la differenza. Ci vuole senso di appartenenza, noi nel ‘98 abbiamo stravinto contro una signora squadra. Quella Lazio era fortissima. In ogni caso, ricordiamoci che sono i calciatori con le loro giocate a fare la differenza, non dipende solo dagli allenatori".

IL RICORDO DI QUELLA NOTTE

Una notte indimenticabile, tripudio nerazzurro nella notte di Parigi, con i gol di Zamorano, Zanetti e Ronaldo. "Ricordo la felicità di Moratti e tutti i componenti di quella società. Passammo una serata fantastica, conservo ancora il filmino di quella notte…". Segni indelebili di un momento da sogno, di un evento irripetibile. Un'Inter perfetta, nel segno del Fenomeno e di Mister Gigi Simoni, ricordato dallo stesso Moriero.

IL RICORDO DI GIGI SIMONI

"Il Mister Simoni era unico: è stato un grande uomo e un grande allenatore, riusciva a farci esprimere al cento per cento. Ci diceva sempre di giocare a calcio e di scendere in campo per vincere perché era quello che ci riusciva meglio. Ricordi legati a lui di quella finale? Ce ne sono tanti, ma forse quello più bello è dopo la vittoria, dove nello spogliatoio lo prendemmo in braccio e lo facemmo volare in alto: quasi gli mancava il respiro". Un tuffo al cuore nella memoria di Moriero, nel ricordo di Gigi Simoni, scomparso lo scorso 22 maggio. Una data nerazzurra, anniversario del Triplete del 2010. E dieci anni dopo, da Madrid a Colonia, ecco una nuova finale da vincere. Ma come si batte il Siviglia?

"Il Siviglia è una squadra forte gioca con un 4-3-3 che lavora molto sugli interscambi delle catene laterali, con i due terzini che spingono". Lui, Moriero, ex ala, che parla di Suso e Ocampos, la coppia di esterni d'attacci degli andalusi, spiegando il loro modo di giocare e le loro peculiarità: "Hanno caratteristiche diverse, ma sono entrambi bravi a saltare l'uomo. In avanti hanno giocatori che possono far male, d’altronde se sono arrivati in finale lo hanno fatto con merito".

UN PRONOSTICO?

"Il mio pronostico lo tengo per me perché sono molto scaramantico e anche Antonio Conte – leccese come Moriero – lo è, quindi gustiamoci questa italiana in finale di Europa League dopo 21 anni. Io credo credo che se l’Inter gioca come ha fatto fino a ora, con questa mentalità ed equilibrio tattico, può vincere la coppa. Conte preparerà bene la partita, come ha sempre fatto". La coppa è lì, con il Siviglia come ultimo ostacolo. Gli ultimi metri prima di tagliare il traguardo, gli ultimi attimi in mare prima di gettare l'ancora. Ricordando Parigi nel '98, con Colonia nel mirino e sognando di nuovo un successo europeo a dieci anni di distanza dalla magica notte di Madrid.

Edoardo Marcarini

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