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Gravina: “Euforia e speranza, ma senza pubblico non è vero calcio”

Poco più di tre mesi dopo, la Serie A è pronta a ripartire. Torino-Parma e Verona-Cagliari non saranno soltanto i primi due recuperi di quella 25^ giornata dimezzata dall'emergenza Coronavirus, significheranno molto di più: "euforia e speranza", sono questi i due termini utilizzati dal presidente della FIGC, Gabriele Gravina, intervistato da "La Stampa".

Il numero uno della Federazione ha parlato a 360° del lungo percorso che ha portato il calcio italiano a non fermarsi, a cominciare dalle sensazioni provate durante la finale di Coppa Italia tra Napoli e Juventus: "Devo dire che senza spettatori è stato uno spettacolo monco. Quando riapriranno gli stadi? Non appena saremo definitivamente al riparo da questo virus grazie a un vaccino".

Un percorso tortuoso prima di arrivare a questa soluzione. Riunioni fiume, decisioni prima rinviate e poi confermate, anche con la paura di non farcela e di vedere il campionato italiano sospeso, per la prima volta dopo la Seconda Guerra Mondiale: "È nelle difficoltà che le persone rivelano la propria natura e la propria lealtà. Ecco, diciamo che ho fatto una certa selezione. C'è chi mi ha deluso, ma cerco di cogliere il lato positivo: almeno hanno gettato la maschera e così ho capito chi sta da una parte e chi dall'altra. I rapporti con Malagò? La questione non è questa, io mi aspettavo una maggiore condivisione anche dall’intero sistema. Solo perché all’inizio del lockdown abbiamo detto che il calcio faceva da volano al sistema, siamo stati aggrediti e tacciati di arroganza. Non chiedevamo privilegi, ma il riconoscimento della nostra centralità. E invece c’è chi ha ragionato in base al proprio orticello".

Infine, un pensiero al campionato femminile, quello sì interrotto in maniera definitiva, con alcune decisioni che verranno discusse nelle prossime riunioni della Federazione: "Ho provato fino in fondo a garantire un verdetto sul campo, ma le calciatrici e soprattutto le società hanno preso un’altra strada penalizzate come sono dall’attuale status dilettantistico. Ma il consiglio federale del 25 giugno sarà dedicato in gran parte a loro. Stabiliremo una data per cui in tempi rapidi le ragazze arriveranno al professionismo, alla parità di diritti. Scudetto alla Juventus? Con nove punti di vantaggio mi sembrerebbe un atto di grave ingiustizia non farlo".

L'INTERVISTA INTEGRALE SULL'EDIZIONE ODIERNA DE "LA STAMPA"

Redazione

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