Chissà se dopo questa partita Carlo Verdone, tifoso romanista doc, guarderebbe ancora con quegli dolci quel bimbo che nel 1995 teneva in braccio in Viaggi di Nozze, uno dei suoi film cult. Già, perché Wladimiro Falcone, un passato da baby comparsa nel cinema italiano sballottato dal protagonista che cercava disperatamente di prenotare una crociera nel Mediterraneoe un presente da portiere, ci ha messo i guantoni nel pareggio per 1-1 del suo Lecce al Via del Mare contro la Roma. Anzi, contro la “sua” Roma. Già, perché Falcone, cresciuto nella Lodigiani e tesserato fino al 2010 con la Vigor Perconti, è tifoso dalla nascita dei giallorossi. Con un idolo tanto scontato quanto amato: Francesco Totti. “Malato, non tifoso. Se gli dicessi di andare a fare il terzo alla Roma, vedrai ci penserebbe. Guai a chi gliela tocca” raccontava a ottobre del 2020 ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com il suo agente Giulio Meozzi (leggila qui).
Nella notte del Via del Mare Falcone, cresciuto a Roma sud e in curva sud allo stadio Olimpico, non si è fatto beffare dalle emozioni. Anzi, si è esaltato su un numero 9 di statura internazionale: Tammy Abraham. Falcone ha messo a referto ben tre grandi parate sul centravanti della Roma. Concentrate tra il 42′ del primo tempo e il 6′ del secondo tempo. Tuffo alla sua sinistra su destro ravvicinato del centravanti inglese; respinta su un piattone preciso; volo a togliere dalla rete una zuccata violenta su punizione di Pellegrini spizzata dall’ex Chelsea. Un tris preceduto da una risposta di puro istinto su El Shaarawy, pescato da Dybala tutto solo davanti al portiere del Lecce.
Quattro perle di chi ora, dopo i riflettori del cinema, grande passione insieme alla pesca (“Da piccolo a Roma ho fatto tante cose, anche le pubblicità, gli spot. Ero un bel ragazzo, biondo, alto, occhi azzurri. La sorella di mia nonna aveva un’agenzia di servizi” aveva raccontato Falcone a La Gazzetta dello Sport), Wladimiro vede accendersi su di lui i fari del calcio che conta.
Traguardo raggiunto dopo una lunga gavetta, avviata nel 2012 quando la Sampdoria lo acquistò dalla Vigor Perconti, dopo che mai il 17enne Wladimiro era stato preso in considerazione dagli scout della Roma. Di lì ecco una serie di prestiti: Como, Savona, Livorno, Bassano e Gavorrano. Fino alla salvezza conquistata con la Lucchese e al salto in B a Cosenza. Due annate tra rossonero e rossoblù risultando tra i migliori pararigori d’Europa. In Toscana, dopo un’annata tormentata a livello societario ma sul piano personale condita da , 40 presenze e 13 clean sheet, mise le mani sulla salvezza parando tre rigori nello spareggio playout a Bisceglie. In Calabria fece addirittura meglio, respingendo cinque tiri dal dischetto in tre partite e dicendo di “no” a giocatori della qualità di Denis e Coda. Piccolo paradosso: nella notte avviata dall’autogol di Ibanez e in cui ha costretto al pareggio la squadra del suo cuore, ha ipnotizzare tutti tranne chi ha calciato dagli 11 metri: quel Paulo Dybala che al 17′ lo ha spiazzato per il gol del pareggio romanista. Una goccia nel mare di parate di Falcone. Che difficilmente non conserverà in bacheca quella maglia indossata contro la “sua” Roma.
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