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Everton, sull’orlo del baratro

Guardando la classifica di Premier League, colpisce soprattutto la collocazione di una squadra: il quart’ultimo posto dell’Everton è decisamente la notizia più sorprendente della stagione, ancor più delle difficoltà del Manchester United a qualificarsi alla prossima Champions. 

L’Everton ha il settimo monte ingaggi d’Inghilterra, e da qualche anno anche dichiarate ambizioni europee. Eppure da marzo 2021, e cioè in un anno solare, ha vinto meno di un quarto delle partite di Premier: 10 su 41. Non bastasse, ieri nel recupero della 19^ giornata di Premier League è arrivata l’ennesima sconfitta, un 3-2 subito in rimonta allo stadio Turf Moor contro il Burnley

 

 

Lampard suona l’allarme

E dire che la vittoria in extremis contro il Newcastle, al minuto 100′ di una partita segnata dall’invasione di campo di un giovane che si è legato il collo al palo per sensibilizzare sul cambiamento climatico, sembrava aver rimesso in sesto ambiente e classifica. Dopo la sconfitta contro il Crystal Palace del 20 marzo, però, la crisi di nervi, che si somma a quella di risultati, è stata certificata anche da Frank Lampard, il quale ha detto di non sapere “se la squadra abbia le palle per giocare le partite“.

Lampard è subentrato a Rafa Benitez, esonerato a fine gennaio. L’allontanamento dello spagnolo, che aveva lasciato il club fra le polemiche, era stato accolto con un sospiro di sollievo dai tifosi dei Toffees, che vedevano nel suo (glorioso) passato al Liverpool uno stigma incancellabile. 

 

 

Difesa da horror, attacco a secco

Eppure Lampard non è riuscito a invertire le pericolose tendenze che la squadra aveva assunto fino a quel momento. Per esempio, non è stato in grado di registrare una difesa che ora ha 52 reti al passivo, né di rivitalizzare un attacco asfittico. Quella attuale è decisamente la peggiore stagione in carriera tanto dei centrali Keane e Holgate quanto, soprattutto, della stella della squadra, Dominic Calvert-Lewin. Il venticinquenne di Sheffield è stato frenato dai continui infortuni, e ha segnato solamente 3 reti stagionali, a fronte dei 21 della scorsa annata.

Non abbastanza per mettersi al riparo dalle critiche della tifoseria, da sempre ostile alla sua esuberanza fuori dal campo, né per conservare il posto in nazionale. Per fotografare le difficoltà offensive dei Toffees d’altronde basta un dato: nonostante le difficoltà, Calvert-Lewin resta il terzo miglior marcatore stagionale della squadra, dietro a Richarlison (6) e Demarai Gray (5), e alla pari con Townsend.

 

 

Le sanzioni a Usmanov e il nuovo stadio

Lo stesso Andros Townsend, che ormai Lampard schierava in linea con gli attaccanti, ha riportato contro il Crystal Palace un serio infortunio al ginocchio che potrebbe costargli il resto della stagione. Piove sul bagnato, insomma, in casa Everton, e non solo sul campo. Il principale sponsor del club, Aher Usmanov, è tra i bersagli delle sanzioni comminate dai paesi UE agli oligarchi vicini a Putin. L’Everton ha preso le distanze da Usmanov, ma il progetto per il nuovo stadio, che dovrà prendere il posto di Goodison Park, e di cui il russo è i principale finanziatore, va avanti senza sosta. 

 

 

Un mercato discutibile

Ora i Toffees sono a più uno sulla retrocessione, con il precedente vantaggio che si è ristretto a causa della sconfitta nella sfida alla diretta concorrente Burnley. Le scelte di mercato del club, negli ultimi anni, sono state quantomeno discutibili: giocatori di medio livello con stipendi e costi di cartellino esorbitanti, vedi alla voce James Rodriguez; o ancora calciatori che avevano fallito in grandi squadre e che non sembrano in grado di tararsi sulla dimensione dell’Everton, come Alli e Van de Beek. Per dare una svolta alla loro stagione, a gennaio i Toffees avevano pensato a Luis Diaz, poi finito proprio ai cugini del Liverpool: la beffa, oltre al danno. 

 

 

Leggi anche – Conte: “Alli? Quando un giocatore smette di lavorare con me, cala di rendimento”.

Sull’orlo del baratro

Ma d’altronde la stagione dell’Everton era “nata male”, lo si era capito fin dall’estate. Prima l’addio a sorpresa di Ancelotti, che non aveva potuto rifiutare l’offerta di Florentino Perez di tornare al Real. Poi il caso Sygurdsson, sospeso dopo le accuse di pedofilia e poi scomparso dai radar. Il calendario in Premier League non è dei più rassicuranti: i Toffees dovranno affrontare Manchester United e Chelsea, oltre al Liverpool nel derby della Merseyside. L’Everton sta vivendo una stagione drammatica: sta a Lampard e ai suoi giocatori fermarsi un centimetro prima del baratro. 

Andrea Monforte

Classe 2000, monzese (d’adozione), studio Lettere a Milano. Un’indomita ed ereditaria passione per lo sport (calcio, ovviamente, ma anche ciclismo), declinata in “narrazione” tecnica e sentimentale: la critica della complessità come antidoto alla semplificazione. La vaghezza del ricordo personale ha reso l’azzurro del cielo di Berlino 2006 un’indelebile traccia mitologica. Sono nato lo stesso giorno di Ryan Giggs e di Manuel Lazzari, ma resto umile.

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