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Eusepi: “Mi sento ancora un bambino. Gattuso? Ci litigai dopo solo due giorni”

Il leader è “colui che ispira e guida. Piuttosto che dirigere“. Un esempio? Prendiamo il caso di Umberto Eusepi. Il 35enne nato a Tivoli ha sempre dimostrato di esserlo. Lo dimostra e continuerà a farlo. “Negli anni ho lottato da solo – racconta a Gianlucadimarzio.com -. Contro tutto e tutti. La squalifica per doping resterà impressa in me. Gattuso? Ci litigai subito. Però mi ha cresciuto, umanamente e non. Oggi voglio di nuovo la C”. 

 

Credits Photo: U.S. Sambenedettese
 

 

“Voglio continuare a segnare. Gattuso l’avrei seguito ovunque”

 

Da Pisa ad Alessandria, passando per Novara e Benevento. Nel mezzo (quasi) 500 presenze tra Serie B e C condite da 175 gol e cinque campionati vinti. “Mi sento ancora un bambino. Ma devo fare i conti con la carta d’identità”. Oggi Eusepi gioca in Serie D con la Sambenedettese. “Ho accettato questa sfida anche se avevo proposte dalla C. Voglio ancora giocare e segnare. Per quanto altro tempo? Magari tre o quattro anni”. 

 

In una carriera costellata di episodi. Il gol allo stadio Pino Zaccheria di Foggia che ha (ri)consegnato la B al Pisa. La stessa piazza in cui incontra Gattuso. Che lo volle fortemente con sé in Toscana. “Mi chiamò al telefono – spiega Eusepi -. ‘Ciao Umberto, sono mister Gattuso’. E io… ‘Sì, e io sono… ‘. Mi inventai un nome di fantasia”. Il motivo? “Semplice, non potevo crederci. Alché Gattuso ripeté ‘Umberto, sono Gattuso’. Da lì ho capito fosse davvero lui”. Dice ridendo. “Lui lo segui ovunque. Ma davvero. Se mi avesse detto di lanciarmi dal balcone… Probabilmente l’avrei fatto”. Anche se non tutto – almeno all’inizio – va come sperato. “Ci litigai dopo due giorni. Di mezzo c’era una questione di campo, probabilmente mi posi male io”. A parlare è l’Eusepi 27enne. Che ha da poco salutato il Benevento. “Ci chiarimmo faccia a faccia. Per me è stato un gran maestro. Mi ha fatto crescere umanamente. In una piazza come Pisa che porterò sempre nel cuore“.

 

 

 

“Doping? Mi sarei ‘venduto le gambe’ pur di fare chiarezza. Oggi mi sento invincibile”

 

Litigi. Discussioni. Ma soprattutto insegnamenti. Consigli. Che aiutano Eusepi a superare (probabilmente) uno dei momenti più difficili della sua vita.

 

Marzo 2022. Eusepi è sospeso in via cautelare dalla Procura Nazionale Antidoping. Una vera e propria ‘mazzata’. “Ne parlo con semplicità” dice il centravanti con fare sincero. Al quale furono trovate tracce di Clostebol. “La stessa cosa è accaduta a Palomino poco tempo più tardi. Ma tutto nasce da uno spray al piede che utilizzava mia moglie. E sinceramente… Lì ho contato solo su Umberto Eusepi. Tre mesi più tardi viene assolto in primo grado. E in secondo grado, la Corte Nazionale di Appello Antidoping decreta la squalifica: dall’ottobre del 2022 al luglio del 2023. In una parola. Un’eternità. “Ho passato mesi di sofferenza. Mia moglie è quasi caduta in depressione. Come se la responsabilità fosse la sua. C’erano i miei figli piccoli da gestire. Non è stato facile ma ne sono uscito – e aggiunge -. Prima ero forte, ora sono invincibile. Fiero. E orgoglioso. Perché sono questi i veri ostacoli della vita. “Il Lecco mi ha aspettato per tutto il tempo. E di questo ringrazio il presidente Di Nunno. Mi ha sempre detto ‘Io credo in te'”. La squadra nel frattempo raggiunge la Serie B. E si tiene stretta l’attaccante. “Ciò che ho vissuto non lo auguro nemmeno al mio peggior nemico”. Lo ripete quasi come un mantra. “Mi sarei ‘venduto le gambe’ pur di fare chiarezza. Ma sono contento per come si era conclusa, nonostante tutto”. 

 

Credits Photo: U.S. Sambenedettese
 

 

“Di Gregorio e Cambiaso hanno lavorato sodo”

 

Uomo. Papà. E per tanti un ‘fratello maggiore’. Lo è oggi, nella Sambenedettese. Ma lo è stato anche per due talenti come Michele Di Gregorio e Andrea Cambiaso. Il primo lo incontra a Novara, il secondo ad Alessandria. “Erano molto forti. Andrea si ruppe il crociato contro la Juventus U23, se non si fosse infortunato avremmo potuto vincere il campionato. Hanno comunque lavorato sodo, entrambi. Non mi sarei immaginato che sarebbero arrivati in Nazionale, ma il merito è tutto loro. Così come lo è stato per Andrea Conti (conosciuto a Perugia, ndr) e Berat Djimsiti (ad Avellino, ndr). Con tanti di loro mi sento ancora, abbiamo un bel rapporto. Quando capita di incontrarci… Il tempo non sembra essere passato”. 

 

“Ho sempre evitato i Social. Futuro da Direttore? Devo valutare”

 

Euspei non ha le idee chiare sul futuro. Ma di certo ha un pensiero preciso su un tema. Quello dei Social Network. “Ho una sola pagina che gestisce una ragazza da Benevento. Lei mi tiene aggiornata sui messaggi che arrivano. Ma in generale li ho sempre evitati”. Che raccontata così… Nel 2024 sembra un’anomalia. “Non mi piace stare al centro di quel mondo. Poi sono un attaccante. Se segno dicono che sei forte. In caso contrario sei scarso. Ho sempre evitato quel mondo”. Con il passare del tempo cambierà l’opinione? Al momento non lo sappiamo. A differenza di quelle che sono le sue opportunità. “In futuro mi vedo bene come Direttore, credo mi si addica di più. Ma devo valutare bene. Mi piacerebbe comunque restare nel calcio, vorrei sfruttare l’esperienza che ho accumulato nel tempo”. Perché quel ‘gigante buono”,in cuor suo,resterà sempre quel bambino nato a Tivoli 35 anni fa.

Davide Balestra

Nato nel 2000 a San Benedetto del Tronto. Di sangue metà pugliese e metà marchigiano ma con inflessione dialettale praticamente neutra. Figlio della Generazione Z, la stessa che ha partorito calciatori del calibro di Haaland, Vinícius Júnior o Tonali. Al tentativo di replicare le loro giocate sul campo di calcetto ho preferito il portatile o il microfono, quest’ultimo, da un po’ fedele compagno di viaggio. Poca retorica: le emozioni che trasmette un campo di calcio non sono quantificabili. E a me piace raccontarle, che sia attraverso una tastiera o una telecamera puntata in volto. Ansie, timori e paure fanno parte del percorso. Cerco di superarle con umiltà, virtù che, con il tempo, sto rendendo un mio mantra.

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