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Gli allenamenti, la Fiorentina e una scelta romantica: l’anno di De Gea

Fiorentina-Milan, due rigori parati, l’esultanza di uno stadio. Una serata da eroe per ricordare il proprio valore a un mondo, quello del calcio, che a volte dimentica troppo in fretta. Anche se per anni sei stato tra i più importanti giocatori nel tuo ruolo. Il ritorno di David De Gea è stato al contempo dolce, per la bellezza nel rivederlo in campo, e violento, per l’impatto avuto. Lui, però, è sempre stato consapevole che in fondo non se ne era mai andato. Era solo questione di tempo, di attendere il momento e il posto giusto. 
Ci è voluto un anno. Un anno fatto di allenamenti, preparazione, motivazione e calma. In estate l’arrivo a Firenze. Una scelta avvolta nel romanticismo. Per ciò che quella città rappresenta. E, soprattutto, per i diversi no detti alle proposte arabe. Voleva rimanere in Europa. Tornare a essere protagonista in uno dei top campionati.  
Started in Spain, made in Manchester, loving it in Italy”. 

Manchester, addio

Addio, o forse arrivederci. Non deve essere semplice. Non dopo aver passato 12 anni della tua carriera in un club. A maggior ragione se quel club si chiama Manchester United. Ci sei entrato da ragazzo, ci sei uscito da uomo. “Ho ricevuto offerte ma per me era difficile trovare motivazioni per valutarle, dopo tanto tempo a Manchester. Quindi ho deciso di smettere di giocare per un attimo“. Una pausa, non una fine. A dire addio al calcio non ci ha mai pensato David De Gea. Ha deciso piuttosto di prendersi del tempo, sapendo che una nuova pagina sarebbe stata scritta. Fermo non lo è mai stato. Due allenamenti al giorno con Craig Ellison, suo preparatore ai tempi dello United. Calcio e non solo: diverse le partite a padel. Sotto uno dei suoi post, un messaggio: “We remember. We rebuild. We come back stronger”.

 

Credit: Federico Piovesan

 

Firenze, una scelta romantica

Era tempo di tornare. Diverse le offerte ricevute, in Arabia e in Europa. In Italia la prima a farsi avanti è il Genoa. Si aprono i dialoghi, c’è un principio di accordo sulle cifre. La trattativa, però, non si chiude. Ci sono dubbi di una parte dell’area tecnica e non arriva l’approvazione del manager di 777.

 

Credit: Federico Piovesan

 

Arriva la Fiorentina, la dirigenza spinge per portarlo in Toscana. L’operazione è velocissima, bastano pochi giorni. Il giocatore vuole i viola e rifiuta proposte dalla Spagna. Una volontà chiara, come testimonia lo stipendio di 1.2 milioni (se ci sarà il rinnovo per un altro anno, salirà a 2.2 milioni). Un ingaggio ridotto a meno di un decimo rispetto all’ultimo percepito. E inferiore a quello prospettato nelle varie offerte arabe. David De Gea voleva tornare a modo suo. Nel calcio che conta, da protagonista, con un po’ di romanticismo. Fiorentina-Milan, due rigori parati, l’esultanza di uno stadio. “Loving it”.

Nicolò Franceschin

Nato nel 1997 tra Milano, Como e Lecco. Laureato in Giurisprudenza, ma ai codici ho preferito una penna. Cresciuto con Maradona (il calcio), ma anche Ronaldinho e Sneijder. Il fascino del numero 10. Credo nella forza delle parole. Verità e narrazione. In giro in macchina per stadi, campi e strade alla ricerca di nuovi colori da scrivere, perché ognuno ha una sua sfumatura. Le note del telefono che si riempiono di storie, alcune il cui finale è ancora tutto da scrivere. Una di queste è la mia. Raccontare emozioni e dare voce a chi non ce l’ha.

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