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Conte: “Il Napoli è il mio colore. E lo scudetto non ha cambiato il progetto”

Antonio Conte (IMAGO)

Antonio Conte racconta lo scudetto del Napoli: gli obiettivi di inizio stagione e i cambiamenti.

Antonio Conte non cambia mai pelle, ma cambia visione. Lo fa con la stessa passione che da sempre lo accompagna in ogni esperienza, dalla Juventus all’Inter, passando per il Chelsea e oggi il Napoli. Ed è proprio in azzurro che l’allenatore ha ritrovato la voglia di stupire, mettendosi in discussione, adattandosi e trasformando un decimo posto in un’impresa scudetto. Ma senza farsi travolgere dal successo.

A confermarlo è lui stesso: “Ho firmato un contratto triennale. L’obiettivo era tornare in Europa, costruire basi solide. Non pensavamo di vincere subito, ma lo abbiamo fatto restando fedeli al progetto”.

Un progetto, appunto. E un’identità che Conte sposa totalmente. “Quando scelgo un club, lo abbraccio al 100%. Non ho sfumature: sono un colore solo”.

E quel colore, oggi, è l’azzurro del Napoli. “Un tifoso mi ha detto: ‘Io ti odiavo alla Juve, saltavi come un matto ai gol…’. Ma è la mia passione. Io non recito, non ho filtri. Per questo divido: c’è chi mi ama e chi mi odia, ma sono sempre me stesso. Non esistono nemici, solo avversari. La Juventus, l’Inter, le mie ex squadre: mai nemici. Solo chi oggi è dall’altra parte”.

Lo studio, il Subbuteo e il Napoli che cambia pelle: le parole di Conte

Quando siamo partiti a Dimaro abbiamo iniziato col 3-4-2-1, perché la squadra veniva da una stagione con più di 50 gol subiti. Avevamo bisogno di certezze”. Così Conte spiega l’inizio della sua avventura, ma anche la sua capacità di evolversi tatticamente. Ho studiato tantissimo nell’anno sabbatico dopo il Tottenham. A casa mia ho il Subbuteo: analizzo lì fase difensiva e offensiva, sposto i giocatori e immagino. Mi aiuta a visualizzare le partite”.

L’ispirazione arriva anche da Spalletti: Il suo Napoli difendeva benissimo. In Italia è lì che vinci i campionati. Ho imparato ad alternare, a leggere le gare, a non restare granitico”. 

La festa Scudetto del Napoli (imago)

All’inizio dell’anno gli obiettivi erano altri: “Prima di parlare alla squadra, ho parlato al club. Bisognava capire se c’era la stessa visione. L’obiettivo iniziale era tornare in Europa. Nessuno pensava allo scudetto, eravamo partiti con 41 punti di distacco dall’Inter, 20 dal Milan, 18 dalla Juve, 15 da Atalanta, Bologna, Lazio, Roma. Dovevamo scalzarne almeno tre”.

E invece, la vittoria è arrivata prima del previsto. Ma non ha cambiato nulla. La nostra crescita è strutturale, non episodica. Lo scudetto è solo un passaggio. Il vero obiettivo è restare in alto nel tempo”.

Redazione

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