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Colpa(ni) d’azzurro: storia del Flaco di Monza che ha stregato Spalletti

Toccare il cielo con un dito fino a vivere un sogno azzurro. Non è l’incipit di un film romantico in uscita nelle sale ma la solida realtà di Andrea Colpani, trequartista offensivo classe 1999 che ha coronato il suo straordinario inizio di stagione al Monza con la chiamata in nazionale da parte di Luciano Spalletti.

Dopo i sei gol segnati nelle prime dodici giornate, il ct Azzurro non ha potuto non convocare Colpani, che al momento è anche il miglior marcatore italiano del campionato. Una chiamata, quindi, più che meritata.

 

È il punto più alto nel percorso di un giocatore che, partito dal basso, sta raccogliendo per gradi i frutti di un’attitudine incline a trarre il meglio dalle difficoltà (l’esperienza vissuta a Trapani con Castori del 2019 ha certamente contributo a temprare il carattere tranquillo ma determinato al tempo stesso). 

Tra famiglia e Zingonia

Quello tra Andrea e il calcio è un rapporto viscerale, questione di famiglia visto che il ragazzo nato a San Zeno Naviglio in provincia di Brescia, è il nipote di Paolo Bravo (ex difensore ed attuale apprezzato ds del SudTirol). 

 

L’incrocio di passioni é speciale, pieno di intesa, incontri fugaci, consigli e pacche sulle spalle. Caratterizzato da un rispetto sempre pronto a mantenere saldamente entrambe le parti sulla propria strada. Una strada che, per Colpani, si colora di nerazzurro grazie all’intuizione e agli insegnamenti da grande maestro di Mino Favini, storico responsabile delle giovanili dell’Atalanta. Momenti da ricordare: le vittorie in campionato e Supercoppa U17 del 2016, il percorso condiviso con Bastoni e Kulusevski tra gli altri e le occasionali convocazioni con Gasperini in panchina senza mai esordire. In mezzo? Il formativo prestito alla Feralpisalò. Quando si dice forgiare il talento.

 

Monza, casa in nome di Silvio

“Mi piace Colpani, un ragazzo molto serio”. Le parole di Silvio Berlusconi nei confronti del numero 28 del Monza profumano più che mai d’investitura. Stima (ricambiata dal ragazzo, attento a ricordare il suo ex presidente in ogni occasione utile) nei confronti di un talento accolto, supportato ed aspettato con fiducia da tutto l’ambiente sin dall’arrivo dopo la parentesi Trapani che sa di progressivo aumento alle responsabilità.

 

Da Brocchi a Stroppa, fino a Palladino, l’uomo del destino, della piena valorizzazione e della fiducia totale. In campo Andrea è libero, efficace, risponde presente: 6 gol e un assist nelle prime dodici giornate (già una rete in più rispetto a quelle totalizzate lo scorso anno in ventisette gare giocate) certificano un assoluto miglioramento.

Nel segno del Flaco

Passo deciso, tranquillità in qualsiasi contesto, umiltà e voglia di ricorrere sempre alla giocata di qualità in un mondo pronto a privilegiare il fisico sulla tecnica: il calcio da esteta di Colpani si spiega così. Andrea, certo, ma anche…Flaco. Come Pastore!

 

Un accostamento stuzzicante, già approvato dall’ex Palermo e PSG (clicca qui per leggere l’intervista all’argentino) protagonista di magie soprattutto nel periodo in rosanero del nostro campionato. Toccare il cielo con un dito ora si può. Fino a vivere un sogno azzurro. Colpani si gode l’Italia, consapevole dei propri mezzi, pronto a spiccare il volo. Le grandi osservano e attendono un futuro sempre più da protagonista.

Damiano Tucci

Classe '97, catanese orgoglioso ma timido. Dopo aver capito di non poter mai emulare le rovesciate di CR7 o i gol da centrocampo di Mascara per cause di forza maggiore ho deciso di provare a tradurre in parola i sentimenti derivanti dal Gioco Più Bello Del Mondo. Lo sfondo della Champions League sul pc orienta l’orizzonte, le storie da raccontare nutrono l’anima. Il sogno? Vivere di adrenalina col microfono in mano. Senza mai un rimpianto.

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