Categories: Interviste e Storie

Programmazione e serenità, il mondo formato Citta

In Serie B da anni esiste quella che ormai ha assunto i tratti di un’isola felice. Anzi, forse meglio dire “Citta” felice. Una realtà atipica, a tratti anomala per la Serie B e per il calcio stesso. Un paese di 20mila abitanti in provincia di Padova, un ambiente familiare, tra i budget più bassi della categoria: il Cittadella è diverso. Una storia che ha assunto spesso i contorni della favola. Una favola che dopo anni e costanti conferme è divenuta una solida realtà. E il segreto vive nei concetti di programmazione e di una “illuminata” visione. Le idee, ancora prima dei soldi, come guida del progetto granata. Le idee del club nello scegliere le strategie e gli uomini a cui affidarle. Le idee del ds Stefano Marchetti, capace con competenza e intuizioni di costruire una rosa competitiva ogni stagione. E, infine, il ruolo dell’allenatore Edoardo Gorini e del gruppo, ancora prima della squadra. Un gruppo in cui tutti si sentono protagonisti. Il tutto si riassume nell’attuale classifica: quarto posto e 36 punti. “Citta” felice, il Tombolato esulta. 

 

Credit: Cittadella

Costruire

Costruire. Questo si fa a Cittadella. E costruire ha in sé, per la sua stessa essenza, i concetti di calma e lungimiranza. Pazienza e competenza, come fattori per creare qualcosa che possa durare e crescere gradualmente nel tempo. Concetti che trovano una delle migliori e più fedeli espressioni nella figura del ds Marchetti che l’ambiente granata lo conosce da anni. Un uomo che ha rifiutato chiamate da categorie superiori per poter essere “se stesso”. Un direttore che ha dimostrato di saper scegliere. Gli uomini, prima dei calciatori. Scelte dettate dallo studio e dalla conoscenza di questo sport. Non è un caso che in tutti questi anni molti elementi della rosa siano stati presi dalla Serie C. Prima dei “nomi”, lo spessore umano e calcistico. “Tutto è possibile nella vita, dipende quali sono i valori che ci guidano. Ci facciamo guidare dalle idee, da ciò che esprimono, innanzitutto sotto il profilo umano”, raccontò in un’intervista a gianlucadimarzio.com. Perché i calciatori “non sono numeri”.

 

Percorso

E il presente dice quarto posto in classifica. 36 punti in 20 partite, 9 partite consecutive con risultati utili. Posizioni condivise con squadre come Parma, Venezia, Como, Cremonese. Negli anni diversi playoff raggiunti, una promozione sfiorata. Nella scorsa stagione alcune difficoltà e una salvezza conquistata all’ultima giornata. In questa Serie B i granata sono ritornati alle “vecchie e belle abitudini”, ricollocandosi con continuità nella parte alta della classifica. Risultati e prestazioni che trovano significato e spiegazioni nel gruppo e nelle sue sfumature: l’unione tra i giocatori, i sorrisi e la volontà comune, il sentirsi protagonisti di un percorso. A Cittadella si percepisce serenità. Il resto è una conseguenza. E i tifosi sognano.

Nicolò Franceschin

Nato nel 1997 tra Milano, Como e Lecco. Laureato in Giurisprudenza, ma ai codici ho preferito una penna. Cresciuto con Maradona (il calcio), ma anche Ronaldinho e Sneijder. Il fascino del numero 10. Credo nella forza delle parole. Verità e narrazione. In giro in macchina per stadi, campi e strade alla ricerca di nuovi colori da scrivere, perché ognuno ha una sua sfumatura. Le note del telefono che si riempiono di storie, alcune il cui finale è ancora tutto da scrivere. Una di queste è la mia. Raccontare emozioni e dare voce a chi non ce l’ha.

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