Interviste e Storie

Questione di autostima: Catanzaro si fida di Bonini

Il difensore del Catanzaro Federico Bonini/Credit Photo: IMAGO

Il difensore 23enne dei giallorossi è l’under 23 più utilizzato in Serie B ed è a quota 5 gol in campionato: la sua storia

Nella gerarchia dei fattori più determinanti per realizzare un sogno o a raggiungere un obiettivo al vertice risiede, senza dubbio, l’autostima. La fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità. A volte innate, alte apprese con fatica nel corso degli anni, ma comunque indispensabili.

Ecco, tutto ciò appartiene in maniera inequivocabile a Federico Bonini. Nato nel 2003, il giovane difensore del Catanzaro è, ad oggi, l’under 23 più utilizzato in Serie B: 23 partite giocate su 24 totali del calendario: tutte dal primo minuto. Meglio di lui, fra i compagni di squadra, solo il portiere Pigliacelli: il ruolo agevola.

Non una sorpresa. L’impatto di Bonini sul prato del Ceravolo ha una sua ragion d’essere. Ovvero: lo stesso Federico.Come difensore ritengo di saper fare bene più o meno tutto in campo” – dichiara schietto durante la conferenza stampa di presentazione. Nessuna presunzione: è banale constatazione dei fatti. È saper riconoscere le proprie doti. Apprezzarsi per quello che si è valorizzando quanto fatto.

Dubbi? Per chiarirli basterà risalire la Penisola. Cambiare versante. Apprezzare il passaggio dalle spiagge bianche e in sabbia del dolce Golfo di Squillace ai calanchi austeri e rocciosi a strapiombo nel mare del “suo” prezioso Golfo del Tigullio. Lì, in quella Chiavari dove, nel settore giovanile della Virtus Entella inizia a prendere confidenza con sé stesso. Nato a un’ora di automobile nel comune di Massa; al confine tra Toscana e Liguria, ma dov’è ancora percepibile l’inflessione della prima, come testimonia l’accento del ragazzo, la sua carriera inizia, ritorna e riparte in biancoceleste.

Di parola…anzi “di testa”

“In equilibrio sopra la follia”. È con un verso di uno dei brani più celebri di Vasco che, sui social, Federico Bonini descrive una foto che lo ritrae intento a riflettere in uno degli ambienti che più lo mettono a suo agio. In montagna, fra la neve dopo una sciata. Una sensazione quella disegnata dalle parole del cantautore di Zocca che si presta benissimo al viaggio professionale del calciatore. Sì, perché è solo con un pizzico di sana follia che si possono raggiungere gli obiettivi. Come presentarsi a un pubblico nuovo nelle vesti di chi sa fare “tutto”. Arrivato a Catanzaro come difensore centrale è oggi il terzino sinistro indispensabile per gli equilibri della squadra Fabio Caserta.

Determinazione. Sì. Ma soprattutto “testa”. Nulla di “figurato”. Lo certifica lui stesso: “Mi sento abile nel colpo di testa” – dice sempre in conferenza. Sì, vero: verba volant. Ma scripta manent. E contraddire il latino non è mai opportuno. 4 sono i gol consecutivi che il talento di Massa realizza con la maglia giallorossa. Tutti colpendo il pallone proprio con la testa. Precisazione: 4 in tre partite, 5 complessivi in campionato con quello segnato al Cesena. Una doppietta, la prima in Serie B, contro il Brescia. Così, giusto per ribadire che Bonini non mente. Un importante apporto al personale record griffato Catanzaro che vede i calabresi segnare 11 reti proprio di testa.

Dall’educazione della “famiglia” Entella agli insegnamenti di Medel e Danilo

A Chiavari l’hanno sempre saputo. Bonini e la duttilità si completano. Dall’under 17 alla prima squadra ligure il viaggio è sempre orientato al miglioramento. All’acquisizione di consapevolezza personale. Quella che ad appena 18 anni gli consegna la possibilità di essere aggregato alla prima squadra dell’Entella esordendo in Coppa Italia Serie C nell’anno della vittoria del campionato e della conseguente promozione in Serie B. Dove debutterà. Un esordio che a gennaio gli regalerà la chiamata del Bologna. Aggregato alla Primavera rossoblù attira, senza troppe difficoltà, l’attenzione di un allenatore che con i giovani non ha mai avuto dubbi: “Se meritano devono giocare”. Coraggio e sana follia. In breve: Siniša Mihajlović. Tomiyasu, Bani, il leader indiscusso del reparto difensivo e futuro capitano Gary Medel. Tanti i giocatori con cui confrontarsi durante gli allenamenti. Professionisti che non guardano in faccia a nessuno. Nemmeno se sei appena maggiorenne.

Nessuno sconto, ma un “cinque” e un incoraggiamento sono la normale quotidianità. Anche in quel caldissimo 29 luglio 2020 quando Mihajlović si gira verso la panchina dello stadio Artemio Franchi di Firenze, incrocia lo sguardo di Federico e gli fa cenno che il prossimo a entrare sarà lui. Per sostituire il capitano Danilo. Ammirato, seguito, ascoltato. Lui che, tra campionato brasiliano, Udine e Bologna in difesa gioca ovunque. E che col colpo di testa fidelizza. Ma i segreti è giusto rimangano tali. Come quelli nascosti nelle emozioni provate da Bonini al momento dell’ingresso in campo: “Un brivido che vola via”. Quello di chi quel campo lo vive dagli spalti, lo ambisce, lo sogna. Una passione mai nascosta per la Fiorentina soddisfatta dall’altra parte: “In equilibrio sopra la follia”. Poi, di nuovo Serie C fra Entella e Gubbio. Una super stagione – la scorsa- di nuovo con la sua “famiglia” Virtus Entella, infine, la chiamata del Catanzaro in Serie B. Perché, in fondo, è solo questione di autostima. Ah…e di testa.

Alvise Gualtieri

Nasco all’ombra delle Torri in un giorno che ricordo solo io e nell'anno del rigore di Pasadena. Baggio? Il calcio. Cresco nella “Terra Solatia” con la Laguna come sfondo. Mi svincolo tra codici giuridici e penna. Tra atti e storie so sempre cosa scegliere. La scrittura, forse, un dono del destino scoperto prima dagli altri grazie a un gol di tacco di Del Piero. Djokovic e VR46 le ragioni di una passione. B.B. King e David Gilmour: galeotta fu quella chitarra. Kurt Cobain il mito. La montagna nel cuore. Camminando, pensando e scrivendo. Ma non mi sento “Dante”. Basso profilo, costanza e affari miei. Filosofia vincente? Lo dirà il futuro.

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