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Castrovilli, dalla Fiorentina alla… Fiorentina. Il Viareggio in prestito, l’idolo Kakà e il ruolo di Verratti

Curiosità: la maglia viola, Gaetano Castrovilli, l’aveva già indossata. E allora presto il primo scatto con la nuova maglia della Fiorentina (visto che l’affare è in dirittura) potrebbe essere un flashback per lui. O un deja-vu. In qualche modo l’uomo più atteso lo scorso anno, al torneo di Viareggio, era lui: Gaetano Castrovilli, 19 anni da Minervino, Puglia. Alla fine della partita contro il Belgrano, uscì dagli spogliatoi con la felpa viola e le ciabatte ai piedi per prendersi i complimenti del responsabile del settore giovanile della Fiorentina, Vincenzo Vergine, ed il “cinque” dell’allenatore Guidi. “Non mettetegli troppa pressione eh”, scherzava con i giornalisti che erano lì ad attenderlo. Tanti, per la prima volta in carriera forse. Lui rideva, e sorrideva. Perché contro il Belgrano Castrovilli era stato davvero l’uomo in più della Primavera viola che esordiva al torneo di Viareggio: lui, che in viola – come detto – era solo di passaggio perché in prestito dal Bari proprio per l’occasione.

Suo il gol del pareggio, suo poteva essere anche il gol-vittoria: prestazione super, da predestinato veniva da pensare. “Voglio ringraziare soprattutto la società per avermi dato questa possibilità” rispondeva lui, timido quasi spaventato. Poi prese coraggio, eccome: “voglio dimostrare tutto il mio valore”. Idee chiare e precise, come quelle sul futuro di lì a poco. Fiorentina-Bari, con la Juventus sullo sfondo ad osservarlo sempre. Lo scenario era quello. Lui intanto pensava al Viareggio, tinto momentaneamente di viola e di sorrisi. Come il futuro. Jolly tattico, dal centrocampo in su può fare quasi tutto: “A Bari faccio l’interno, in passato ho fatto trequartista ed esterno. Ma mi trovo bene anche come playmaker“, rispondeva. E proprio da regista quel giorno cambiò la partita della Fiorentina.

Un tuffo negli idoli. Il modello ha un nome ed un cognome: “Ricardo Kakà, un mito da sempre. Lo seguo anche ora…”. E Verratti? Il paragone lo conosce a memoria Castrovilli, lui non si spaventa: “Sarà dura arrivare ai suoi livelli, ma ci proverò”. Finora, quello che ha voluto Gaetano lo ha sempre ottenuto. Dal Minervino, quando il suo talento era un tam-tam che girava in città fin da bambino, al Bari che lo ha accolto, cresciuto e lanciato. L’esordio in Serie B da predestinato, quello in A adesso più vicino che mai. Ciabatte, sorriso ed occhi accesi. Una maglia viola che, proprio un anno dopo, Castrovilli potrebbe indossare di nuovo.

Guido Barucco

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