Attività che si possono fare a 20 anni: frequentare l’università, entrare nel mondo del lavoro, partecipare all’asta del fantacalcio. Cose che effettivamente Santiago Castro fa a 20 anni: segnare, far segnare i compagni e diventare il punto di riferimento nell’attacco del Bologna. Sotto quel capello arrogante da influenza adolescenziale e quel sorriso da hijo argentino di San Martin – zona centro-nord della Gran Buenos Aires – si nasconde il talento del nuovo numero 9 rossoblù. Nato calcisticamente come centrocampista nelle giovanili del Vélez, il suo esordio in Prima Squadra è coinciso con il nuovo ruolo da centravanti. Dopo le prime presenze in Serie A (nel girone di ritorno della stagione 2023-24), ecco le prime responsabilità e le gerarchie sbaragliate. Soprattutto per merito suo: 5 gol e altrettanti assist da settembre. Secondo miglior assistman argentino dei top 5 campionati europei, al pari del Taty Castellanos e appena un gradino sotto a Enzo Fernandez. Contro il Monza in Coppa Italia, le folate di Castro delle prime giornate si sono trasformate in un urugano che in 44′ ha spazzato il Monza. In ordine, assist a Pobega, assist a Orsolini, assist a Domínguez, gol. Esultanza con dedica alla famiglia e Bologna ai quarti.
Arrivato a inizio 2024 per crescere alle spalle di uno straripante Zirkzee, oggi è il suo successore. No, Castro non è nemmeno la riserva di Dallinga. In questo momento è la prima scelta. Un affare da 12 milioni lordi, ben oltre il valore della clausola da 10 fissata dal Vélez: da ricordare che il Bologna non ha esercitato la clasuola rescissoria – in quanto il giocatore si poteva liberare ai sensi dell’articolo 17 della FIFA – ma ha pagato per il cartellino dell’argentino una cifra uguale rispetto a quella prevista nella clausola, ma trattando il trasferimento. Contratto di cinque anni (fino al 2029), e prospettive di crescita. I dati, a oggi, parlano chiaro: 12 gare da titolare, 4 gol – peraltro mai banali – in Serie A su 12 tentativi in porta. Praticamente, una rete ogni 3 tiri.
“Può giocare da prima o seconda punta, un po’ meno sull’esterno, ma è uno che si adatta. Oltre ai gol, protegge bene la palla e ha molta forza, è molto intelligente e sa far giocar bene la squadra”. Lineamenti da attaccante moderno: l’area non la occupa ma la cerca duettando con i compagni più vicino (merito anche della sua esperienza nel calcio a 5). Sempre in movimento. “Santi ha voluto fortemente il Bologna”, aveva dichiarato a gianlucadimarzio.com – l’intermediario dell’operazione tra il Vélez e il club rossoblù – Gustavo Ghezzi. Animo da “finto” trash talker in campo con gli avversari e un ottimo rapporto con i compagni di squadra, vedi la concessione del calcio di rigore (nella sfida contro il Venezia) al suo amico Ndoye. Forse ancora presto per parlare di leader, ma la strada è quella giusta.
Italiano, la città e il Dall’Ara – che già si è tatuato sul corpo – se lo godono. L’Argentina osserva. Criptica e malinconica come descriveva e cantava Lucio Dalla, “Dark Bologna” viene illuminata dal giovane talento argentino: Santiago Castro non sente la pressione.
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