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Ancelotti si presenta: “Voglio fare grande l’Everton”

Natale inglese per Carlo Ancelotti, che è stato presentato ufficialmente dall’Everton: “Sono stati l’atmosfera, il calore della gente il tifo e le ambizioni del club a convincermi a venire qui”. Nessuna promessa o garanzia di risultato, ma la consapevolezza di dover lavorare duro: “Sono tutti gentili e da oggi inizieremo a fare sul serio. Servono idee, tempo e dedizione, ma possiamo tornare competitivi”. Testa bassa e pedalare, l’allenatore dopo l’esperienza di Napoli vuole immediatamente rimettersi in gioco: “Ho a disposizione un buon gruppo, composto da giovani e calciatori esperti, certo migliorarlo è possibile, tuttavia adesso la priorità è la prossima partita. Solo tre giorni ci separano dalla sfida contro il Burnley”.

IBRAHIMOVIC E KEAN

Porte chiuse, invece, per Ibrahimovic suggestione di mercato: Zlatan è un amico. Devo chiamarlo e lo farò. Magari viene qui a visitare la città, non a giocare”. Ripartire da Kean e scacciare i fantasmi: “Il presidente mi ha chiesto una squadra competitiva ed è mia intenzione accontentarlo. Moise ha fatto bene l’anno scorso, è giovane e ha bisogno di un periodo di adattamento, ma le qualità sono indiscutibili. Noi dobbiamo allontanarci dalla zona bassa. Ho osservato il lavoro di Duncan ed è stato ottimo in tal senso”. Il primo obiettivo è ricompattare il gruppo: “La prossima partita non ci vedrà cambiare molto dal punto di vista degli uomini. In tre giorni sarebbe difficile agire diversamente. Conta, invece, lo spirito con cui andremo ad affrontare la gara. E’ lì che bisogna vedere un atteggiamento diverso”.

IL DERBY

Ancelotti ha voglia di riscatto e una tradizione positiva contro il Liverpool, che da quelle parti è sicuramente un ottimo biglietto da visita: “Ultimamente li ho battuti spesso con Klopp ho un ottimo rapporto, loro non perdono quasi mai, eppure nel calcio nulla è impossibile. Sarei contento per i tifosi se riuscissimo a sconfiggerli”. L’Everton rappresenta una scelta particolare, ma nessun passo indietro rispetto a una carriera trascorsa al Top: “Ho guidato club importanti, ma anche squadre di Serie B o il Parma quando non era al vertice. Se sono qui è perché ho percepito la voglia di crescere e l’importanza del progetto. C’è un centro sportivo fantastico e si lavora allo stadio. Le condizioni per far bene sono ottimali”.

E poi la sua presenza: “Mi confronterò con la società, qualcosa faremo. In passato è capitato che qualche giocatore sia andato in un club sapendo di trovarmi. Terrò, questo posso dirlo, una parte dello staff che era già qui. E’ un aspetto fondamentale per velocizzare l’apprendimento delle dinamiche interne. L’obiettivo di tutti deve essere riportare l’Everton nelle prime posizioni”. Un pensiero anche sul razzismo: “Purtroppo gli episodi accadono ovunque. Non dobbiamo lasciare il calcio in mano a questa gente, piuttosto tutte le federazioni dovrebbero agire insieme.

Redazione

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