Fabio Cannavaro, fresco di rescissione contrattuale con il Guanghzou Evergrande, torna a parlare della stretta attualità e del suo futuro in un’intervista concessa al quotidiano spagnolo AS.
“Non me ne sono andato dalla Cina per soldi, mi mancava la mia famiglia; ho trascorso troppi mesi senza vederli, e ormai i protocolli anti-covid erano diventati insostenibili“, rivela l’ex difensore a proposito della conclusione della sua più recente esperienza da allenatore.
Interpellato sulla semifinale di Nations League in programma questa sera tra l’Italia e la Spagna, paese che lo ha adottato nel triennio di militanza al Real Madrid, Cannavaro non si sbilancia coi pronostici: “Il record di partite senza sconfitta dell’Italia parla chiaro, ma la Spagna farà di tutto per interromperlo“. “Potrebbe andare come all’Europeo: la Spagna che gestisce il pallone e l’Italia che è capace di segnare … due gol con una sola occasione a disposizione“. “Pallone d’oro a Jorginho? Se lo meriterebbe, per quello che ha vinto in stagione. Certo, quando lo vinsi io, non c’erano ancora Cristiano Ronaldo e Messi…”
Il capitano azzurro del 2006 ammette con sincerità di essere stato positivamente sorpreso dal lavoro di Mancini (“pensavo che la crescita dei giovani richiedesse più tempo“), ma non risparmia i complimenti a Luis Enrique (“le sue squadre hanno uno stile riconoscibile“). Conclusione sul suo futuro in panchina: “Ora voglio allenare in Europa, e non mi chiudo nessuna porta. Certamente allenare il Napoli è uno dei miei sogni, Napoli è parte della mia storia. Il Real Madrid? Mai dire mai…”
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