Un talento da predestinato. Un gol nella finale del Mondiale che resterà nella storia e che ha regalato la quarta Coppa del Mondo alla Germania. “Entra in campo e dimostra che sei più forte di Messi”, parola di Joachim Low la sera del 13 luglio 2014. Detto, fatto. Mario, ancora ventiduenne, entra e segna regalando una gioia infinita al popolo tedesco. "Gotze da pallone d'oro", titolò la Bild il giorno dopo. Eppure da quell’estate del 2014 tanto è cambiato per Mario Götze. Anzi, è proprio da quel gol che, paradossalmente, è iniziata la parabola discendente del fantasista tedesco. Da nuovo crack del calcio mondiale a svincolato di lusso e il destino che si ribalta in soli sei anni.
L’esplosione al Borussia Dortmund, il passaggio al Bayern Monaco, poi il ritorno al Signal Iduna Park per ritrovare se stesso: missione fallita. E pensare che Guardiola per portarlo in Baviera chiese – e ottenne – dalla società uno sforzo da quasi 40 milioni di euro, facendolo diventare all’epoca il secondo calciatore tedesco più costoso della storia. Il Bayern e Pep, un binomio perfetto per la definitiva consacrazione tra i grandi del calcio: “Ho accettato per lui”, dichiarò Gotze. Ma anche stavolta qualcosa va storto. Il rapporto con l'attuale allenatore del Manchester City non decolla, anzi: "Pep pensa solo al campo. Tralascia del tutto l’aspetto umano di un calciatore e non guarda oltre se stesso”. Dichiarò il calciatore al suo ritorno al Borussia Dortmund.
Nel mezzo tanti infortuni, troppi, e un fisico mai capace di supportare il peso del suo talento. Colpa di una miopatia, un male che non permette alle fibre muscolari di funzionare a dovere, soprattutto se di mestiere fai il calciatore. La stagione seguente alla vittoria mondiale, infatti, vede scendere Gotze in campo in 21 occasioni con la maglia del Bayern. Quella del ritorno al Borussia, 2016-2017, soltanto in 16 circostanze. Un declino lento e silenzioso. L'annata appena conclusa è stata solo l’ultima delusione: poco più di 600’ minuti giocati e soli tre gol messi a segno, oltre che un addio annunciato bruscamente da parte de club.
“Voglio vincere la Champions League. E’ la competizione regina per un calciatore. Non voglio ritirarmi dal calcio senza questo traguardo”. Così parlava Mario Gotze alla Bild, in attesa di scegliere la sua nuova destinazione. Rimasto svincolato, ha atteso la fine del mercato per decidere la sua nuova squadra, che almeno sulla carta si discosta da quelle che sono le sue ambizioni (il club parteciperà all'Europa League) Mario sceglie l’Olanda e il Psv. Per Götze sarà la prima esperienza fuori dalla Germania, per un calciatore che a 28 anni e infortuni permettendo ha ancora tutte le carte in regola per ribaltare il suo futuro e ritrovare il suo destino.
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