Categories: Interviste e Storie

Dal baseball all’Inter di Spalletti fino al consiglio di Beukema: Odgaard e Bologna, rewind

Rewind: Jens Odgaard l’ha fatto di nuovo. Ancora una volta due gol consecutivi alle prime da titolare in campionato: contro Genoa e Cagliari.  Di nuovo dal limite dell’area, sempre nell’angolino. Freddo, rigido e deciso come il clima della sua Danimarca. Dall’esordio con Thiago Motta nella passata stagione alla conferma con Italiano. Seconda gara in stagione nell’undici di partenza rossoblù emiliano e solito copione. Reti che racchiudono storie, vicende, aneddoti e strani incroci del destino. Ci torneremo.   

 

“Home run”

Neanche un tempo di gioco. Impiega 35 minuti netti Jens Odgaard, nella passata stagione, a registrare il primo ‘Home run’ allo stadio Dall’Ara. Nessun equivoco, solo questione di passioni. Quella per il baseball in casa Odgaard non si nasconde. E quel ‘fuoricampo’ è rimasto il suo modo di esultare dopo i gol. Lecce e Fiorentina le prime vittime dello ‘swing’ griffato Jens Odgaard, Genoa e Cagliari quest’anno. Rewind: un salto nella leggenda del Dall’Ara. Solo Roberto Baggio, prima dell’attaccante classe 1999, riesce a segnare due gol da appena arrivato a Bologna. E se non è un “fuoricampo” questo…Lui che quanto a “leggende” non si fa certo mancare nulla. Idolo? Ronaldinho.

Un desiderio, quello di diventare calciatore che lo porta a lasciare gli studi giovanissimo nella sua Hillerød. Lui, che a soli sedici anni è capace di esordire in Landspokal, il massimo campionato danese, da subentrato e nel giro di due minuti segna la sua prima rete tra i professionisti con la maglia del Lyngby. L’avversario? L’Aalborg, la squadra del cuore di suo padre. Conosciuta, seguita, ammirata, sofferta e tifata per anni; nel contesto più dolce.

  

Dal primato “soffiato” a Pinamonti agli assist di Borja Valero: l’Inter di Odgaard

Il sogno continuerà all’insegna dell’opportunità. Quella che vede e coglie con la maglia della Primavera dell’Inter. 180 minuti totali sul suolo italiano e subito palla in rete. Questo il riassunto dei primi istanti del ragazzo ‘dai riccioli d’oro’ che si presenta alla corte di Stefano Vecchi nel 2017. Un gol al debutto assoluto contro l’Udinese Primavera e poi…una tripletta. Nel derby col Milan Primavera. Prima addirittura 5 gol in Otten Cup che soffiano il primato in classifica marcatori al compagno Andrea Pinamonti. In Genoa-Bologna l’ex compagno servirà la sua vedetta. Stagione impeccabile quella in maglia nerazzurra con annesso ‘triplete’: Campionato Primavera, Supercoppa Primavera e Torneo di Viareggio. Risultati di squadra e individuali che convinceranno l’allenatore della prima squadra Luciano Spalletti a convocarlo per il ritiro estivo di Brunico. Proverà l’ebrezza di allenarsi con attaccanti come Jovetic e Icardi, potrà godere degli assist di Borja Valero, ma per la Serie A dovrà aspettare. L’incontro con Zaniolo e il piacere della condivisione.

La consapevolezza ritrovata all’Az Alkmaar, la fidanzata e quella telefonata…

Le prospettive di Jens iniziano a consolidarsi negli anni in Olanda. Due stagioni all’AZ Alkmaar, 14 reti e una filosofia che cambierà il suo modo di giocare: “Tenere palla e giocarla con qualità”. Il calcio griffato AZ ritrovato in Motta e confermato da Italiano. L’occasione per riprendere il percorso, per consolidare le certezze e realizzarsi. Una telefonata dei compagni Jesper Karlsson e Beukema: A Bologna si sta benissimo e la gente è fantastica”. Una chiacchierata con la fidanzata, una carezza al fedelissimo amico a quattro zampe e ritrovarsi a passeggiare fra i portici di Piazza Maggiore e Santo Stefano è la normalità. Segnare al Dall’Ara un rewind come tanti: Jens Odgaard

 

Alvise Gualtieri

Nasco all’ombra delle Torri in un giorno che ricordo solo io e nell'anno del rigore di Pasadena. Baggio? Il calcio. Cresco nella “Terra Solatia” con la Laguna come sfondo. Mi svincolo tra codici giuridici e penna. Tra atti e storie so sempre cosa scegliere. La scrittura, forse, un dono del destino scoperto prima dagli altri grazie a un gol di tacco di Del Piero. Djokovic e VR46 le ragioni di una passione. B.B. King e David Gilmour: galeotta fu quella chitarra. Kurt Cobain il mito. La montagna nel cuore. Camminando, pensando e scrivendo. Ma non mi sento “Dante”. Basso profilo, costanza e affari miei. Filosofia vincente? Lo dirà il futuro.

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