La storia di Bert Trautmann, tedesco che da militare di guerra è diventato un portiere rimasto nei cuori dei tifosi del Manchester City
Così nascono sempre le migliori storie d’amore. Ci si evita, non ci si risparmia qualche commento negativo e dal fondo, parte poi la risalita. Questo è quanto accaduto anche tra i tifosi del Manchester City e Bert Trautmann, storico portiere con un passato da militare tedesco.
Dopo aver partecipato alla Seconda guerra mondiale come paracadutista della Luftwaffe, l’aviazione militare nazista, Trautmann finisce in un campo di prigionia vicino Manchester. Lì l’unica forma di svago è il calcio e il tedesco viene notato per le sue gesta tra i pali da un membro di un club locale, il St Helens Town.
In poco tempo fa così bene da attirare nel 1949 l’attenzione del Manchester City, che decide di ingaggiarlo. L’opinione pubblica, però non la prende bene: il passato da soldato tedesco non piace ai tifosi blues, in particolare alla comunità ebraica della città, assai numerosa, che inizia a minacciare di boicottare il club.
Ma è proprio da quel momento che nasce una delle storie più singolari del calcio mondiale. Quella di una leggenda, grazie alle sue parate e alla sua incredibile resilienza, è divenuto una delle bandiere della famosa squadra inglese.
Al suo esordio contro il Fulham viene fischiato dai tifosi di tutto lo stadio. Ma nonostante le difficoltà iniziali, il tedesco riesce a guadagnare la fiducia di tifosi e club sul campo. Tant’è che con la maglia del City, Trautmann supera le 500 presenze, vincendo anche una storica Fa Cup nel 1956.
Perché storica? Perché il portiere lo fa con cinque vertebre del collo spezzate. Infatti, in quella finale contro il Birmingham, il tedesco subisce un brutto colpo al collo dopo un’uscita bassa. Ma decide di restare in campo, portando i suoi a vincere 3-1. Una prestazione da incorniciare, valsa il premio di uomo partita e i complimenti dell’allora marito della Regina Elisabetta II, il Principe Filippo di Edimburgo.
Nel giorno del suo ritiro, arrivato nel 1964, parteciparono oltre 60 mila spettatori. Questa volta tutti intenti ad applaudire il portiere. Ma c’è un’ulteriore curiosità: secondo una leggenda, la stima guadagnata da Trautmann nei confronti dei tifosi è così grande da portare i sostenitori stessi a staccare le porte dell’allora Maine Road, perché nessun altro sarebbe stato degno di difendere i pali di quella porta.
Un riconoscimento arrivato poi fuori dal campo con onorificenze sia da parte della Germania che dalla Gran Bretagna. Ma anche da parte del club inglese, che ha dedicato allo storico portiere un grande statua, esposta nel museo del club. Da prigioniero di guerra a leggenda: questa è la storia di Bert Trautmann.
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