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Polito: “Questo Bari punta la B, ci ho messo la faccia”

“Ci ho messo la faccia in tutte le trattative, per fortuna ho una credibilità da spendere e molte scelte di mercato sono state fatte con la mia presenza. A Bari si deve voler venire, la grandezza della piazza e la solidità della proprietà mi aiutano. Poi io ci metto la faccia”. Manifesto di Ciro Polito al termine del calciomercato estivo 2021. 

Rivoluzione Bari

Il suo Bari ha totalizzato 13 operazioni in entrata e 17 in uscita. Una rivoluzione in piena regola, passata per gli ingaggi di Pucino, Gigliotti e Di Gennaro nelle scorse ore.

“Sapevo che avrei voluto cambiare tanto e alla fine l’abbiamo fatto – spiega il ds biancorosso – se avrei voluto ringiovanire la squadra? Sì, io sono abituato a creare sempre un giusto mix. I giovani sono quelli che durante il campionato possono darti la freschezza e l’incoscienza che ti serve. Forse qualche giovane in più l’avrei portato ma ho portato anche dei ragazzi giovani, che ci daranno soddisfazioni”.

I nuovi arrivi

La voglia di crescere con il Bari prima del curriculum.Non si vince con i nomi ma se qualcuno ha giocato per anni in B e in A – è il manifesto di Polito – e qualcuno invece ha giocato sempre in C, allora una differenza c’è. L’essenziale è che chi arriva da categorie superiori abbia la stessa fame degli altri. Altrimenti è l’inizio della fine. Essere giocatori esperti non vuol dire non avere fame. Nella vita basta avere le idee chiare su quello che si vuole ottenere. Il calcio è negli occhi di tutti i bambini. Non tutti nella vita possono fare quello che gli piace”.

Filosofia sposata anche da chi è arrivato nelle ultime ore: “Davide Di Gennaro se non avesse fatto quattro mesi ad alto livello a Cesena non l’avrei preso: ci siamo sentiti la prima volta con il suo procuratore un mese fa e il giocatore voleva il Bari. Aveva altre possibilità, ha fame dentro e voglia di divertirsi in campo. Lui mi ha aspettato fino all’ultimo. L’ultimo giorno l’ho stuzzicato. L’ho chiamato e in lui c’è voglia di allenarsi. Gli ho detto il budget che avevo a disposizione e lui mi ha risposto che voleva il Bari. Ecco, questo è ciò che volevo vedere nei giocatori. Tutti i giocatori che ho scelto hanno una storia”. 

Il nastro si riavvolge: “Ci sono state diverse trattative complesse, io sono abituato a tirare per vincere nelle trattative. Gigliotti è un giocatore che avevo provato a prendere un mese fa, poi lui aveva esigenze diverse. Alla fine l’ho portato a Bari, restando fermo sulla mia offerta”.

“Anche l’operazione Botta è stata complicata, l’avevo addirittura inizialmente avvicinato in qualità di ds dell’Ascoli. Gli ho fatto capire che l’avremmo aspettato e alla fine ho portato a casa un giocatore forte”. Con un retroscena: “Avevamo definito lo scambio Lollo-Eramo, con Eramo che aveva dato l’ok dimostrando un forte legame con Bari, poi l’allenatore dell’Ascoli non ha dato l’ok alla cessione”.

Le corsie difensive, invece, sono state rinforzate dagli arrivi di Pucino e Ricci: “Non pensavo mai di poter prendere Belli, che per me è un giocatore importante, e abbiamo lavorato prima con il Cagliari su Pinna. Però in mente avevo sempre Raffaele Pucino, che all’inizio non potevamo permetterci. L’ultimo giorno gli ho fatto un discorso da fratello maggiore, lui è stato intelligente a capire e accettare. Ho fatto due coppie di terzini di spessore, sia Raffaele che Giacomo Ricci sono stati ragazzi intelligenti. Li abbiamo presi a condizioni favorevoli. Sono stato fortunato ma sono stati bravi anche i giocatori”.

Le esclusioni

Il direttore sportivo ha le idee chiare anche sulle esclusioni: “Questo è un mestiere in cui passione e amore devono prevalere su tutto. Vedo che davanti a tante opportunità ci sono giocatori che non le hanno accettate. Dovrò avere 3 giocatori fuori lista e mi dispiace per loro. Si tratta di Bolzoni, Semenzato e De Risio. Quando vedi che puoi generare una possibilità migliorativa e ti rispondono picche, allora non sai che fare”. 

Il campionato

Alle porte c’è la seconda giornata di campionato: “Vedo Avellino, Catanzaro e Palermo che hanno costruito buone squadre ma non mi piace giocare in anticipo il campionato. Però non mi piace guardare agli altri, penso che sia meglio concentrarci su di noi”.

E il futuro, domenica prossima, è rappresentato dal Monterosi, avversario in cui gioca suo figlio Vincenzo, professione terzino. “Per mia moglie sarà complicato (ride, ndr), io tifo Bari e basta. Lo batteremo. Dobbiamo vincere contro il Monterosi e vincere il campionato di C per portare il Bari dove merita”.

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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