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Da Bari vecchia al San Nicola, 10 anni dopo: Bari, ecco Cianci

Per trasferirsi dalla città vecchia, dove è nato e cresciuto, allo stadio San Nicola, distanti in linea d'aria circa cinque chilometri, ci ha messo quasi 10 anni. Storia di Pietro Cianci, centravanti barese doc scelto dal Bari per rinforzare un attacco che a gennaio ha perso Montalto e Simeri.

Fortemente voluto, inseguito per giorni, con un'operazione non facile per i tanti club coinvolti: cartellino di proprietà del Teramo, diritto di recompra del Sassuolo e prestito al Potenza, dove Cianci ha segnato 10 gol nel girone di andata. Dopo aver convinto il Teramo, il Bari è passato per la Juve Stabia, acquistando un attaccante possente come Romero e girandolo in prestito (con obbligo di riscatto in caso di salvezza) al club lucano. Il tutto con la visione attenta degli agenti del calciatore, Giovanni Tateo e Valeriano Narcisi, che a ogni ora del giorno e della notte relazionavano Cianci sull'evoluzione della trattativa.

 

"Il Bari prima di altre categorie"

L'attaccante, tifoso del Bari e barivecchiano, aspettava, si allenava e giocava con il Potenza, ma cullava il sogno di vestire la maglia biancorossa per cui fa il tifo da bambino. Per vestirla ha dovuto aspettare 24 anni e guarda già alla prossima partita come quella del possibile esordio. Strano scherzo del destino, è in programma sabato sul campo del Teramo che detiene il suo cartellino.

"Il mio obiettivo è fare bene con questa maglia, poi lo vedremo a gennaio o a giugno quel che sarà". ammetteva tre mesi fa, a fine ottobre. Quasi profetico, quanto spontaneo. "Il Bari viene prima delle altre categorie e di altre situazioni". Un manifesto, esposto con il sorriso. Quello che Cianci non ha mai perso, nemmeno quando un problema alle anche lo ha tenuto tre anni fermo. "Poi grazie all'uso di un divaricatore è andato tutto bene — raccontava a Gianlucadimarzio.com in un'intervista del 2017 — ma sono stato fermo per tre anni. Ho avviato la pratica sportiva a 11 anni".

Andata e ritorno, 10 anni dopo

E dire che Cianci ha rischiato di non arrivarci al calcio professionistico: nel settore giovanile dell’As Bari (società che ha preceduto la Fc Bari 1908 e l’attuale Ssc Bari) ci è stato per cinque anni, fino ai suoi 15 sulla carta d'identità. E allo svincolo, arrivato con una lettera. Chi ha creduto in lui è stato Fabio Sperduti: l'ha portato alla scuola calcio Di Cagno Abbrescia. Di lì il passaggio al settore giovanile del Livorno, sei mesi tra Vercelli e Varese e il ritorno in Puglia, in C alla Fidelis Andria, dove trova mister Luca D'Angelo, che dà fiducia a questo lungagnone non ancora 20enne.

Lo nota anche il Sassuolo, che nel 2016 lo compra. "Un fratello maggiore, ci sentiamo ogni giorno" dice Cianci di Sperduti, presente anche martedì 28 gennaio all'esterno dell'ingresso del San Nicola. Nel giorno del ritorno di Pietro a casa. Nelle piazzette del borgo antico dove ha tirato i primi calci al pallone, dedicandosi alla pesca di polpi e tonni nel tempo libero. 

Il Bari torna ai baresi: "Un sogno che si avvera"

La strada di Cianci e quella del Bari aveva poi rischiato di incrociarsi già quattro mesi fa: merito di una trattativa durata un'intero mese, quello di settembre. Pietro ha pazientato, poi ha accettato il Potenza. Con un messaggio: "Quando una squadra ti vuole, ti prende subito". Ad attenderlo c'è un'intera piazza che sogna un barese in  grado di inorgoglirla, come accaduto in passato con il "Bari dei baresi" guidato da Giovanni Loseto che batteva le big d'Italia all'inizio degli anni '80 e come ha provato a fare in tempi recenti il cugino di Pietro: Nicola Bellomo, trequartista classe 1991 oggi a Reggio Calabria.

"Abitavamo a due metri: è una guida per me, sempre pronto ad aiutarmi. Gli voglio un gran bene" ammetteva Pietro. Che per ogni gol ha una dedica per la sua famiglia e per suo nonno, che l'ha seguito nel suo viaggio nel pallone tifando per lui. Da Carpi a Reggio Emilia, fino a Teramo e Potenza passando per Andria. 196 centimetri, capacità di fare reparto da pivot e tanta grinta. Oltre all'amore per il Bari, che può essere il vero fattore aggiunto per il suo destino.

Alla squadra di Auteri ha già fatto gol nell'1-4 del Viviani di novembre scorso: "Non esulto se segno, me lo posso tatuare" aveva garantito. Promessa mantenuta. Ora i suoi gol saranno tutti per il Bari, con la voglia di conquistare il salto di categoria e la conferma a giugno. Per "Un sogno che si avvera" come Cianci l'ha definito su Facebook. Dietro quella mascherina, c'è un sorriso che va da Bari vecchia fino allo stadio San Nicola.

CREDITS SCREEN VIDEO: SSC BARI

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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