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Morachioli e il salto a Bari: “Giocare qui è tanta roba, banco di prova per la carriera”

“Devo dire che è stato un cambiamento radicale, passi da una realtà con poca visiblità da quel punto di vista a una come Bari che è gigantesca, una delle più calde d’Italia. Però è anche un aspetto che ti sprona a fare meglio, giocare qui è tanta roba”. Parola di Gregorio Morachioli. Che a 23 anni si è trovato catapultato dalla realtà di Renate a quella di Bari. Valigia preparata in pullman (“Stavo raggiungendo Pordenone in trasferta con i miei compagni quando ho saputo dal mio procuratore che ero passato al Bari“) e tanta voglia di confrontarsi con quella Serie B mai toccata prima. In 63 minuti spalmati su tre gare, tutte da subentrante, ha messo in mostra le sue qualità: dribbling, capacità di attaccare l’avversario in fascia e personalità.

Morachioli a gara in corso, la carta del Bari: “Ogni minuto è oro”

“Ogni minuto è oro” è il mantra che lo accompagna sul campo. Contro Cagliari, Frosinone e Ternana, Mignani lo ha inserito con la squadra in svantaggio o con il risultato da sbloccare. “All’esordio mi tremavano le gambe ma quando senti anche il calore del pubblico – ammette – è un fattore che ti dà una grossa mano”.

 

Come il gruppo trovato in biancorosso: “Ho visto tanti giocatori forti in questa squadra, con qualità tecniche e umane – sottolinea Morachioli – Antenucci, Mazzotta, Maita, Maiello. Li vedevo solo in tv e da vicino mi sono reso conto di quanto sono forti”. 

Gli Allievi “terribili” dello Spezia

Connection, quella che ai tempi degli Allievi dello Spezia ha legato Morachioli a tanti amici, che oggi ritrova sui campi: da Benedetti, compagno di squadra a Bari, a Candela del Venezia, Mulattieri del Frosinone e addirittura Nicolò Zaniolo.

 

“Il rapporto con Benedetti va avanti da tanti anni – ricorda – siamo cresciuti insieme, abbiamo frequentato le stesse scuole calcio. Io, lui, Candela e Mulattieri siamo amici, siamo sempre in contatto e ci ritroviamo con gli altri appena abbiamo qualche giorno libero per tornare a casa”.

Adattabilità: la richiesta di Mignani

La casa in campo è la fascia, quella che Mignani a volte gli chiede di lasciare per giocare tra le linee: “Trequartista? È una posizione che posso provare a interpretare, dando una mano alla squadra. L‘allenatore mi ha cambiato la posizione di partenza rispetto a ciò che ho fatto fino a gennaio ma posso adattarmi. Le mie caratteristiche sono quelle di un esterno classico, ma come dice Mignani ogni partita ha una storia a sé”.

 

Inseguendo quel gol che manca da dicembre, con il Renate contro la Virtus Entella: “Aiuta, dà fiducia e sicurezza. Non è una cosa che mi ostacola tanto in campo e nelle giocate, sono tranquillo quando ho la palla tra i piedi. Non è la mia ossessione, anzi sono contento allo stesso modo quando riesco a far segnare un compagno“. Firma calcistica di Morachioli, che anche a Bari stanno imparando a conoscere come Greg.

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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