Quando la nave è in difficoltà ci deve pensare il capitano. E Valerio Di Cesare è un capitano con la “C” maiuscola. Il difensore del Bari corre più veloce del tempo che passa e lo ha confermato nella vittoria per 2-1 ottenuta al San Nicola contro il Südtirol.
Con la sua squadra reduce da un punto in tre partite e bloccata sul pareggio nonostante la superiorità numerica (espulsione di Cuomo al 15’) e una tifoseria in contestazione aperta è stato Di Cesare a prendersi sulle spalle le responsabilità. Lo ha fatto al 70’: cross di Benali, testa di Aramu, deviazione di Ghiringhelli e il difensore classe 1983, appostato nell’area di rigore avversaria, con un sinistro forte e preciso batte Poluzzi. Stessa porta in cui aveva fatto gol l’anno scorso in Bari-Südtirol: allora segnò il gol dell’1-2. Questa volta è stato 2-1, boato del San Nicola e sospiro di sollievo che trasforma i fischi in applausi. Di Cesare festeggia correndo sotto la curva. A testa alta. Un leitmotiv della sua lunga carriera in biancorosso, passata per la rinascita dai campi polverosi della Serie D, il sogno Serie A sfumato a due minuti dal traguardo e 216 presenze.
E nella storia del Bari Di Cesare ci è entrato. Così come in quella del campionato di B: con il centro del 2-1 al Südtirol il capitano biancorosso rafforza la sua posizione sul secondo gradino del podio tra i marcatori più anziani di sempre, già raggiunta il 7 ottobre con il gol dell’1-1 sul campo della Reggiana: 40 anni, 6 mesi e 19 giorni, a poca distanza da German Denis, a segno a 40 anni, 7 mesi e 20 giorni in Reggina-Como 1-4 del 30 aprile 2022, in un podio completato da Alessandro Lucarelli, in rete con la maglia del Parma contro la Virtus Entella il 21 ottobre 2017 a 40 anni, 2 mesi e 29 giorni. Il mantra di Di Cesare sembra quello di Pablo Picasso: «I quarant’anni sono quell’età in cui ci si sente finalmente giovani. Ma è troppo tardi». E di questi 40 anni ormai sette sono stati vissuti con il biancorosso addosso. Nell’esperienza barese del difensore romano ci sono due volti: il primo è quello da attore non protagonista in B da luglio del 2015 a gennaio 2017, momento dell’addio in direzione Parma. Il secondo è tornato a palesarsi nell’estate del 2018, quella del fallimento del Bari e della ripartenza dalla D. Con due promozioni in Emilia in tasca, il difensore romano è tornato e non è più andato via. Restando nel cuore della difesa a prescindere dalla categoria e riuscendo a mettersi alle spalle anche un grave infortunio al ginocchio, quello rimediato a ottobre del 2021 in trasferta nel derby per per 3-0 contro la Virtus Francavilla.
«Cerco di essere di esempio – le parole di Di Cesare nel post partita – so che dobbiamo fare di più, lo sapevo e lo avevo detto a luglio». Mese in cui il Bari provava a riprendere forma nel ritiro di Roccaraso dopo la delusione della finale. Cambiando volto e protagonisti. Il numero 6 è rimasto. La voce è quella di chi ci mette sempre la faccia, anche quando le cose non vanno bene.
«Questo gol ci ha fatto ottenere tre punti importanti – ammette candidamente – ma siamo ancora lontani da ciò che vogliamo fare. I fischi dei tifosi? Pagano il biglietto possono farlo, non devo dire nulla a nessuno. Siamo in un momento difficile, sento la responsabilità. Ho deciso di continuare perchè ci tenevo e tengo.Voglio mettercela tutta e arrivare a fine carriera senza rimpianti, non mi interessa dei record». Il futuro sarà in scrivania, con un patentino da direttore sportivo già in mano. Per ora però Valerio Di Cesare sta bene lì. Al centro della difesa del Bari. Da leader e, all’occorrenza, goleador
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