Una stagione di passaggio, ultimi squilli e passaggi di consegne: Barcellona-Real Madrid, il Clásico nel suo momento di transizione tra le grandi ere del decennio scorso in cui queste due squadre hanno dominato il panorama nazionale e internazionale, e il futuro, ancora da conoscere ma che già comincia a selezionare i suoi uomini copertina.
Non era forse il Clásico più atteso per via dei momenti di entrambe le squadre: si temeva una sfida della paura dopo le figuracce rimediate nel corso degli ultimi sette giorni e in generale in questo avvio a rilento di entrambe, e invece è stata una partita vera, viva, emozionante come nei tempi migliori. Ma che fosse una gara di transizione verso una nuova era lo si è capito da subito e lo si è accettato con il passare del tempo. Dai marcatori agli uomini chiave, tutto fa capire che la storia del Clásico sta cambiando: prima i giovani, Valverde e Ansu Fati, poi i soliti noti, Ramos e Modric, per una vittoria per 3-1 che sembra dare uno scossone alla Liga incertissima di quest’anno.
Valverde è l’emblema del progresso di Zidane, la figura chiave per non ancorarsi troppo all’era delle tre Champions consecutive e inserire figure con un futuro davanti: l’anno scorso si è guadagnato la titolarità, quest’anno è diventato anche decisivo, con un incremento sostanziale anche di gol segnati che lo rende potenzialmente un leader mondiale nel suo ruolo. Ha giocato al posto di Modric, altro segnale che qualcosa sta cambiando, per quanto il Pallone d’Oro 2018 alla fine sia entrato per mettere la firma del 3-1, il punto esclamativo sulla gara.
Ma è tempo di cambiamento anche in casa Barça, forse all’ultimo Clásico di Messi al Camp Nou. Senza un pubblico che lo potesse applaudire, ma quantomeno con un possibile erede. La firma infatti ce l’ha messa Ansu Fati, primo minorenne di sempre a segnare in un Barcellona-Real Madrid, su un gol che però nasce da una grandissima invenzione della Pulga, fantastico nei primi 45 minuti, quasi inesistente nella ripresa.
A negargli il ritorno al gol su azione, che manca addirittura dalla sfida al Napoli di Champions, ci ha pensato un Courtois decisivo mai come in questa stagione, altro eroe di questa impresa cinica di un Real Madrid all’insegna del pragmatismo. Pragmatismo racchiuso nel ritratto di Sergio Ramos, un altro dei vecchi volti capace ancora di fare la differenza. Con o senza lui il Real cambia drasticamente, lo si è visto in Champions contro lo Shakhtar e lo si è capito benissimo in questi 90 minuti del Camp Nou. Non è stata la sua miglior partita, ma in una gara bloccata e destinata al pareggio, approfittando dell’ingenuità di Lenglet si è conquistato e ha trasformato il rigore della vittoria, ennesimo momento chiave della sua carriera costellata di grandissime partite che ha risolto in prima persona in entrambe le aree di rigore.
Nessuno più di lui poteva decidere questa partita, colpo di coda della vecchia generazione nel Clásico che ha lanciato i campioni del futuro. Tra loro sicuramente Sergiño Dest, forse il migliore in campo dei ventidue, in attesa di inquadrare quelle che saranno le carriere di Vinícius e Rodrygo, facce nuove di un campionato nuovo, che però dopo la sterzata di oggi sembra strizzare di più l’occhio al Real Madrid.
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