Gioventù e senso di appartenenza. Per attaccare sempre. Questo è il Banfield, ovvero l’avversario a sorpresa del Boca Juniors nella finale della Copa Diego Maradona, che si giocherà alle ore 2.10 italiane nella notte tra domenica e lunedì in campo neutro, al Bicentenario di San Juan. Le due squadre si affronteranno per la prima volta con in palio un titolo, da quando in Argentina c’è il professionismo (1931). In un torneo con la valenza di una coppa di lega e non di un campionato.
Il Taladro, il trapano, è la società biancoverde della zona sud di Buenos Aires che nell’ultimo anno e mezzo ha saputo portare avanti un progetto e un’idea, nonostante 3 cambi di allenatore. Età media 26 anni, 2 stranieri, e 20 giocatori su 28 che hanno militato nel settore giovanile. Alcuni di loro sono stati compagni di stanza nella pensione del club. Un messaggio chiaro quello di puntare sui giovani, in un momento di crisi finanziaria, dove però non c’è il rischio di retrocedere. Mettere in luce i propri talenti diventa un obbligo, per una società che non alza un trofeo dal 2009: la vittoria del Torneo Apertura, quello dell’esplosione di James Rodriguez.
Alla guida della squadra c’è Javier Esteban Sanguinetti. Il 46enne ex difensore centrale sa bene cosa significa vestire quella maglia. Da giocatore l’ha indossata più di qualunque altro, con 485 presenze. Lo scorso giugno, Archu, come viene soprannominato, ha preso il posto di Julio Cesar Falcioni, il più grande idolo del Banfield che dopo aver combattuto un cancro alla laringe ha deciso di lasciare l’incarico di allenatore per assumere quello di manager del club. E al suo posto è stato promosso da assistente ad allenatore proprio Sanguinetti.
Una decisione sensata, visti i risultati che sono la conseguenza di un percorso iniziato però nel 2019: in quel momento in panchina c’era Hernan Crespo, che dopo l’esonero ha raggiunto la finale di Copa Sudamericana con il Defensa y Justicia. El Valdanito ha il merito di aver lanciato alcuni dei giovani più interessanti dell’attuale rosa, oltre ad aver dato una proposta di gioco moderna, offensiva e a tratti anche europea.
Dal momento del suo arrivo, Sanguinetti ha preso delle decisioni importanti. Nel periodo del lockdown da luglio a novembre hanno lasciato il club due figure come Pablo Daniel Osvaldo e Nicolas Bertolo. Al posto di Danistone, spazio ad Agustìn Fontana, centravanti classe ’96 e autore di 4 gol in 10 partite. In mezzo al campo si è registrato l’exploit di Giuliano Galoppo, centrocampista classe ’99 dal vizio del gol (5 in 10 presenze) e con un passato in Italia: suo padre giocava nella Sanremese e lui da bambino ha mosso i primi calci a Taggia, piccolo comune nella provincia di Imperia. Per lui quella con il Boca sarà una gara speciale: all'età di 14 anni ha lasciato il settore giovanile degli xeneizes perché giocava poco.
Oltre ai vari Payero, Bravo, Coronel e Maldonado, il talento più interessante è probabilmente resta quello dell’esterno mancino classe 2001, Agustin Urzi, anche se non ha recitato un ruolo da protagonista nel percorso che ha portato alla finale. I due stranieri della squadra sono entrambi colombiani: il portiere classe ’96 Arboleda, ed El Pibe Maravilla, Mauricio Cuero, un’ala destra rapida ed esplosiva. Una buona dose d’esperienza invece l’apportano l’ex Napoli, Jesus Datolo ed El Galgo Jonas Gutierrez. E nei prossimi mesi potrebbe arrivare anche il debutto del classe ’99 Juan Manuel Cruz, figlio del Jardinero.
In questo torneo ha esordito con una vittoria sorprendente per 3-1 contro il River Plate, anche se poi si è qualificato al secondo posto nel girone. Nella fase successiva, nonostante qualche battuta d’arresto, si è preso il primo posto in un girone in cui la favorita era il San Lorenzo. Questa sera contro un Boca col morale a pezzi, reduce dall’eliminazione per 3-0 contro il Santos in semifinale di Copa Libertadores, il Banfield cercherà il terzo titolo della propria storia e la qualificazione alla Libertadores 2022. Lo farà con la stessa voglia di sorprendere e con l’entusiasmo di chi ha la consapevolezza di aver seguito un’idea chiara, in un momento di assoulta difficoltà.
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