Da piccolo sognava di fare il ballerino, amava la danza classica e si immaginava sul palco di Amici: a 11 anni però Gennaro Tutino decise che il suo mondo sarebbe stato un altro, quello del calcio. Che questa sera lo ha visto grande protagonista nel successo del Cosenza al Provinciale di Trapani nella gara di ritorno del primo turno nazionale di playoff di Serie C. Calabresi qualificati anche grazie a un suo gol: il terzo nelle quattro gare degli spareggi promozione fino a oggi disputate, l’undicesimo complessivo della sua stagione (7 in campionato, 1 in Coppa Italia). Quella della rinascita.
Rewind: scarpini ai piedi e un copione da attore protagonista da recitare al meglio, Tutino è uno dei giovani più promettenti dell’intero panorama calcistico. Gol, talento, giocate sopra la media. Cartellino di proprietà del Napoli (la squadra della sua città), il sogno del San Paolo, prodezze a ripetizione che lo portano a essere il desiderio di tante big, italiane e straniere: la Juventus, l’Inter (che invitò a Milano anche la famiglia del ragazzo), lo United, il City. Lui ringrazia, ma non accetta. Napoli nel cuore e chissà anche nel futuro.
Talento puro, Gennaro Tutino. Attaccante esterno, classe 1996, con le stimmate del predestinato. Un contratto importante (anche sotto l’aspetto economico) con il Napoli e un futuro che sembra già scritto. Gennaro però il treno per correre veloce verso quei sogni che insegue fin da quando era bambino rischia più volte di perderlo, quasi definitivamente. Fermata dopo fermata.
Tanto genio, ma altrettanta sregolatezza. Troppa. Il Napoli lo tratta bene, forse anche in maniera eccessiva: Tutino, giovane e fortissimo, si sente ‘arrivato’. Gli anni in prestito all’Avellino, al Bari e alla Carrarese si trasformano in stagioni nel corso delle quali Gennaro rischia di buttare per sempre via il suo talento. Qualche ‘colpo di testa’ di troppo e i riflettori che iniziano a spegnersi su di lui. Il talento però rimane intatto, purissimo. Nonostante la sofferenza per quel crociato rotto che sembrava quasi un segno inequivocabile del destino.
Cosenza, Serie C. Tutino fatica, all’inizio non gioca quasi mai. Il ragazzo però sa benissimo che questa è la sua ultima occasione, quella da non fallire per appiccicarsi per sempre addosso l’etichetta di eterna promessa. Ed eccola la svolta. Lavoro duro, testa sulle spalle, il cambio di procuratore (è passato alla G.E.V. Sport & Management di Vincenzo Pisacane), la convivenza a Cosenza con la fidanzata Arianna, il cambio di ruolo (da attaccante esterno a calciatore capace di giocare subito alle spalle della prima punta), una dieta così maniacale da non concedersi nemmeno una pizza (solo raramente, magari dopo qualche partita). Pollo e insalata, menù fisso. Insieme a un livello di intensità negli allenamenti sempre più alto.
E quando al talento si aggiunge la dedizione allora tutto diventa più semplice. Nel caso di Tutino quasi scontato. Oggi il Cosenza insegue la B, risultato quasi impensabile fino a poco tempo fa. Quasi come la rinascita di Gennaro, talento per molti ormai ‘buttato’ via. Ballerino mancato, talento ritrovato. L’uomo che adesso sta facendo il sognare il popolo rossoblù.
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