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Avellino, Capuano: buona la prima. Bari bloccato: “Questi ragazzi mi hanno commosso”

"Il risultato è importantissimo, la prestazione ancora di più. Avevo detto che la squadra sarebbe andata al limite dello strapazzo e così hanno fatto: i ragazzi hanno stupito anche me". Un Avellino cucito su misura, come la sua giacca: Eziolino Capuano l'ha disegnato in quattro giorni, quelli avuti a disposizione per preparare la sfida al Bari, costretto al 2-2 al Partenio-Lombardi dopo tre vittorie consecutive.

Un risultato maturato in un clima non semplice per l'allenatore, che aveva avviato la sua giornata leggendo uno striscione a lui indirizzato: "Nel circo un altro pagliaccio"  il pensiero di una parte della tifoseria. Ruggini di un'esultanza esibita ai tempi di Rieti dopo una vittoria contro gli irpini. "Credo che anzi ci hanno addirittura stimolato – dirà Capuano – il sintetico ci tremava sotto i piedi a un certo punto". Dissapore sciolto in 98 minuti, recupero incluso, di orgoglio, calcio e corsa. Bloccando una big del campionato e perdendo i tre centrali di difesa – Zullo, Morero e Laezza – per infortunio nell'arco di un'ora.

"I ragazzi mi hanno commosso, preparare una gara come abbiamo fatto e in pochi giorni non era affatto semplice" l'ammissione di Capuano. Charpentier ha illuso l'Avellino cogliendo di sorpresa il Bari sulla parte sinistra della difesa ("Mossa provata e riprovata in allenamento, portando fuori zona Costa e Perrotta"), Simeri aveva ribaltato i giochi con una doppietta in 17 minuti, Illanes ha ripreso la formazione di Vivarini con una voleè vincente. "Se avessimo vinto non avremmo rubato nulla, anzi la vittoria sarebbe stata il risultato più giusto per noi. Posso solo ringraziare questi ragazzi. La gioia illimitata è per la prestazione, vi do la mia parola d'onore: l'avrei detto anche se avessimo perso".

Ribaltare prospettive, smentire pronostici, cancellare le polemiche con i risultati. Missione di Eziolino Capuano, arrivato alla guida di un Avellino allestito in tutta fretta in estate e capace nelle ultime tre partite di ottenere un solo punto. "Spero che quel coro un giorno possa essere il giusto tributo per chi, come me, è venuto ad Avellino con coraggio, riconoscenza, umiltà e abnegazione – il suo manifesto – ringrazio allo stesso modo tutti quelli che mi hanno applaudito e quelli che mi hanno fischiato. Quello che conta nel calcio è il terreno di gioco, il modo in cui si gioca una partita e si cambia la mentalità dei giocatori".

Missione già riuscita, a giudicare dall'abbraccio di Illanes che l'ha sommerso dopo il centro del 2-2: "Quando un giocatore che ti conosce da pochi giorni ti abbraccia così, vuol dire che qualcosina hai fatto". Cosa? "Ho cercato di trasmettere le sensazioni senza far pesare quello che accadeva lontano dal campo. Sembrava che allenassi questi ragazzi da sei mesi, sono molto felice, orgoglioso di loro e cercherò di aiutarli sempre. La prestazione è sotto gli occhi di tutti".

Lunedì si riparte: alle 8.30 video-analisi della partita, nel pomeriggio ci si allena. Nel mirino, dietro quegli occhiali da sole che l'hanno accompagnato al Partenio, c'è la trasferta di mercoledì sul campo della Ternana: "La bicicletta l'ho voluta fortissimamente io e ora devo pedalare scalando la montagna. Quando sarò sulla vetta e l'Avellino sarà salvo, allora ognuno farà le sue considerazioni".

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Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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