La Liga non si ferma, e scende in campo questa settimana con il turno infrasettimanale, valido per la decima giornata. Nelle partite di martedì 19 ottobre, oltre alla vittoria del Real Madrid contro l’Elche, con in campo il Pallone d’Oro Benzema, e il pareggio tra il Siviglia di Sampaoli e il Valencia di Gattuso, a fare notizia è il pareggio casalingo dell’Atletico Madrid in uno dei derby di Madrid, contro il Rayo Vallecano. A far più notizia il fatto che, a segnare la rete del definitivo 1-1, nel recupero del secondo tempo, su calcio di rigore, è stato Radamel Falcao Garcia, uno dei simboli del primo Atletico del Cholo Simeone.
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91 partite, 70 gol, 9 assist dal 2011 al 2013, vincendo un’Europa League (con doppietta in finale all’Athletic Bilbao), una Supercoppa Europa contro il Chelsea (segnando ben quattro gol) e una Coppa del Re, battendo in finale il Real Madrid. Questi sono i numeri di Falcao all’Atletico. Fulcro del gioco del primo ciclo Simeone, idolo del pubblico del Calderon (che da anni si è trasferito al Metropolitano). Tutti questi numeri, questi ricordi, queste emozioni, l’attaccante colombiano ha dovuto metterle da parte al 91esimo minuto della partita tra il Rayo e l’Atletico Madrid. Un gol, quello dell’1-1, che pareggia quello di Morata (al quinto gol in campionato) e porta un punto alla squadra di Iraola, che sale così a 12 punti. Quarto posto, con 20 punti invece, per i colchoneros.
Da quando ha lasciato Madrid, l’Atletico è rimasto grande, vincendo negli anni due Liga, una Supercoppa e un’Europa League, mentre l’attaccante colombiano ha vissuto alti e bassi tra Chelsea, Manchester United, Galatasaray e Monaco, squadra dove ha indossato anche la fascia da capitano, arrivano nel 2017, in coppia con Mbappe, fino alla semifinale di Champions, uscendo contro la Juventus. Nel 2021, poi, il ritorno in Spagna, sempre a Madrid, ma nella periferia sud-est, a Vallecas, con la maglia del Rayo.
Dopo i 6 gol in 22 partite della scorsa stagione, quello al Metropolitano è stato il secondo, in appena 338 minuti giocati, dal colombiano in questa stagione. E, sommerso dal pubblico che lo ha visto ruggire varie volte dopo un gol, El Tigre si è contenuto nell’esultanza, limitandola a una breve corsa e un abbraccio di gruppo.
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