Quella in corso è una delle stagioni più difficili dell’era Simeone per l’Atletico Madrid, se non la più difficile. Dopo aver vinto il campionato la scorsa stagione, i colchoneros sembrano aver perso la classica “garra” che ha contraddistinto da sempre la squadra del Cholo. Ma soprattutto, ad essere venuta meno, è la caratteristica simbolo del cholismo: la solidità difensiva.
Dopo la rocambolesca vittoria contro il Getafe (4-3), salgono a 33 i gol subiti dall’Atletico in Liga. Ben 7 nelle ultime due gare, sommandoci i quattro subiti nella sconfitta al Camp Nou della settimana precedente. Mai da quando Simeone siede sulla panchina dell’Atletico ne aveva subiti tanti, e mancano ancora 15 partite da giocare.
Infatti, per trovare l’ultima stagione nella quale i colchoneros hanno subito più di 33 reti, bisogna tornare indietro fino alla stagione 2011-12, dove furono 46 i gol subiti. Proprio in quella stagione, conclusa con la vittoria dell’Europa League, subentrò Simeone, che iniziò a gettare le basi per ergere il muro difensivo degli anni a venire. Muro che porterà Oblak, numero 1 dell’Atletico dal 2014, a vincere per ben cinque volte nelle sue sei stagioni in Liga il Premio Zamora, titolo conferito al portiere meno battuto della stagione nel campionato spagnolo.
Molto difficile provare a dare una spiegazione al crollo di solidità della difesa colchonera, ma è difficile addossare le colpe al mercato. Infatti, nelle ultime sessioni di mercato non si sono verificati pesanti addii in casa Atletico, se non la partenza di Trippier direzione Newcastle. Anzi, i campioni di spagna in carica d’estate hanno messo sotto contratto l’ex Udinese e nazionale argentino campione d’America Rodrigo De Paul, oltre al talento brasiliano Cunha.
La più ragionevole delle ipotesi rimane quella di un cambio di filosofia, di matrice più offensiva, che l’allenatore argentino già da qualche stagione sta provando ad apportare da qualche stagione sacrificando il Cholismo puro, salvo poi ricorrerci vincere il campionato lo scorso anno, subendo solo 25 reti. Il nuovo stile di gioco sembra non riuscire a garantisce all’Atletico quella giusta attenzione nella fase difensiva, anche a causa dell’assenza di una pedina tattica di palleggio e interdizione a cui Simeone si è sempre affidato molto, come negli anni Rodri, Thomas Partey e il simbolo Gabi.
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