Lisbona e Ascoli non sono mai state così vicine. Due città, due culture distanti 2.610,3 km tenute insieme da Pedro Mendes: “Qui vivo bene. Mi sento uno di loro, un ascolano“, racconta a gianlucadimarzio.com. La chiacchierata con il portoghese inizia proprio così. Intrinseca di armonia e spontaneità, due qualità che delineano al meglio il carattere dell’attaccante. “Le persone di Ascoli si vogliono bene e amano il calcio, è una piazza unita. Sono felice per questo mio inizio di stagione, ora vogliamo migliorare la classifica”.
Quello tra Pedro Mendes e l’Ascoli è un legame coltivato nel tempo. Nell’estate del 2022, l’attaccante lascia lo Sporting Lisbona per approdare nelle Marche. Il primo è un anno di assestamento, dove il minutaggio tende a scarseggiare. “E’ stato difficile, giocavo poco e in un ruolo diverso dal mio. Ho percepito la difficoltà del campionato, davvero tosto – ammette l’attaccante – Chi non guarda la Serie B magari non lo sa, ma è un torneo complicato. Ora lo sto conoscendo meglio”.
Quest’anno, dopo nove giornate, Mendes è a quota cinque reti: “L’obiettivo è almeno la doppia cifra. Sono una punta, devo fare sempre gol! – dice l’attaccante ridendo – Penso a una partita alla volta, non guardo mai troppo lontano. Ora sono a cinque gol, arriviamo a sei e poi vediamo”. Proprio l’ultimo, contro la Ternana, è stato condito da un’esultanza particolare: “Prima della partita penso sempre a come festeggiare. Ne parlo con la mia fidanzata e, in quel caso, pochi giorni prima mi chiese ‘Se fai gol come esulti?’ e io risposi ‘Con il ‘Siuu’ di Cristiano Ronaldo”. Detto, fatto. Pedro chiude la pratica Ternana con un calcio di punizione e replica l’esultanza del fuoriclasse portoghese: “E’ stato bellissimo sentire l’urlo dei tifosi. Per me Cristiano Ronaldo rappresenta il massimo“.
L’exploit di Mendes ha una data: il 19 settembre del 2019. Dalle giovanili dello Sporting Lisbona all’esordio in prima squadra – con gol – nella gara di Europa League contro il PSV Eindhoven: “Giorno bellissimo. Sono sceso in campo con i grandi e due minuti dopo ho segnato. Ho avuto tanta fiducia in me, soprattutto se penso che in squadra c’erano giocatori come Bruno Fernandes e Bolasie. Lo Sporting è un club molto grande, con calciatori e allenatori di livello. Dopo quel gol non ho giocato molto, ci sono giocatori molto forti ed è difficile per un giovane trovare spazio. Ho aspettato la mia opportunità e mi sono fatto trovare pronto”.
A Lisbona, però, ha coltivato una delle amicizie più forti per lui nel mondo del calcio: quella con Rafael Leão. “Abbiamo giocato e vissuto insieme nell’Accademia ai tempi dello Sporting – ricorda Pedro Mendes – Conosciamo le rispettive famiglie, quando è andato al Milan è passato da casa per regalarmi la sua maglia. Se ci sentiamo ancora? Assolutamente, mi ha fatto i complimenti dopo la doppietta contro la Ternana e mi ha detto di continuare così”.
Due ragazzi cresciuti praticamente insieme: stesso anno di nascita (1999), nazionalità e propensione al gol. Anche se non sempre è stato così: “Quando giocava punta, Rafa era sempre con le spalle alla porta. Capitava che giocassimo insieme in attacco. Ma il vero salto di qualità l’ha fatto quando l’hanno spostato sull’esterno – dice Mendes, che conclude in maniera decisa – credo che tra due anni possa essere uno dei migliori al mondo”.
Il Portogallo resta sempre casa. Ma a 24 anni è più che lecito continuare a sognare e andare oltre: “Il mio sogno è quello di giocare in Champions League. Con la Nazionale, invece, il maggior numero di competizioni possibili”. La piazza si è innamorata di Pedro e lui si sente ‘uno di loro’: Ascoli e il Portogallo non sono mai stati così vicini.
A cura di Giovanni Mazzola e Davide Balestra
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