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Primi in classifica tra storia e nuovi inizi: ad Anversa sognano in grande grazie al calcio

Innanzitutto il nome. La squadra di Anversa si chiama Royal Antwerp Football Club e il motivo lo deve alla storia. Già, perché “Antwerp” è un altro modo per chiamare la città e letteralmente vuol dire “lanciare la mano”. Il nome è riferito all’uccisione del gigante Antigoon che regnava la zona, da parte del soldato romano Silvio Brabone: gli tagliò una mano e la gettò nella Schelda, fiume che parte nel nord della Francia e attraversa tutta la città di Anversa. Successe nel XV secolo. Pillole di storia.
Il calcio fa da sfondo e negli ultimi anni sta contribuendo a riportare prestigio in una città che ha vissuto periodi di ascesa e discesa nel corso del tempo. 

Il sogno del Royal Antwerp

Oggi la squadra è prima in classifica in Jupiler League ed è piena zeppa di volti noti. Dal direttore sportivo, all’allenatore fino ai protagonisti in campo. Ma ci torneremo. Percorsi diversi che si intrecciano e arrivano tutti nelle Fiandre, in mezzo tra Eindovhen e Bruxelles. È quasi più Olanda che Belgio. Ma si può lavorare in serenità, lontano dalle pressioni e con licenza di sognare. Vedere per credere. Sono tanti infatti i giocatori che sono tornarti per rilanciarsi e hanno trovato ad Anversa la loro isola felice. 

Ma andiamo con ordine. Il direttore sportivo è Marc Overmars, in carica dallo scorso marzo dopo che era stato allontanato dall’Ajax per molestie e messaggi inappropriati verso alcune colleghe che lavoravano nel club. “Non succederà mai più, chiedo scusa a tutti”. L’Anversa gli ha dato l’occasione di ripartire, consentendogli di rimettersi in gioco e lasciarsi tutto alle spalle. Nuova vita. È una cosa comune qui. 

Come quando, durante la seconda guerra mondiale, la città fu bombardata dai tedeschi, per poi essere ricostruita praticamente da zero un decennio più tardi. Cronache di storia e pallone che si incrociano. La filosofia però è la stessa e ha rinascita come parola d’ordine.  

Ieri la squadra di Mark Van Bommel – convinto proprio da Overmars dopo un’esperienza tutt’altro che positiva lo scorso anno in Bundesliga con il Wolfsburg – ha passeggiato in trasferta sul campo del Circle Brugge, portandosi a +5 sul Genk secondo in classifica. Otto vittorie su otto, 19 gol fatti e solo cinque subiti: secondo miglior attacco e prima miglior difesa. Schiacciasassi. Dall’inizio del campionato sono andati in gol dieci marcatori diversi, tra cui Nainggolan e gli ex Tottenham Toby Alderweireld e Vincent Janssen.  

La rinascita di Nainggolan

Radja è la foto più evidente del modus operandi dell’Antwerp: Un clima sereno, dove si lavora in pace, lontano dai riflettori, anche se piano piano i risultati del club stanno attirando le attenzioni di tutta Europa. Nainggolan sta bene, è tornato a casa e quest’anno ha trovato quella continuità che gli era mancata nelle ultime stagioni. “Sto alla grande e sono di nuovo felice”. D’altronde lui è sempre stato così. Se scatta il feeling con l’ambiente, dai tifosi all’allenatore, lui in campo si trasforma. Finora ha fatto un gol e un assist (ieri per il gol del due a zero di Alderweireld), ma soprattutto è riuscito a portare esperienza e voglia di lottare in mezzo al campo. Senza mai tirare indietro la gamba. Bentornato Ninja. 

Insomma ad Anversa non mancano voglia di stupire con e grazie allo sport. In silenzio, senza fare rumore o montarsi la testa. Step by step. L’obiettivo principale è ovviamente quello di vincere il campionato e tornare in Europa, magari in Champions, traguardo che manca da 65 anni. Era il 1957 e il Real di Di Stefano li buttò fuori facendogliene due all’andata e addirittura sei al ritorno. Ora bisognerà pensare al campionato, poi si potrà sognare.
Anche parlando di Europa si può trovare appoggio nella storia. La posizione della città è strategica, il porto è uno dei più grandi d’Europa e in passato veniva usato come punto di riferimento per il commercio internazionale di Francia e Olanda. Tutto passava da lì. Una finestra sull’Europa, che ora si è aperta anche nel pallone. E se non dovesse andare bene si ripartirà, nessun problema. Da queste parti ci sono abituati, lo si capisce studiandone la storia.

Lorenzo Cascini

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