Il direttore sportivo del Venezia, Filippo Antonelli, ha rilasciato diverse dichiarazioi in seguito alla delusione mostrata dall’allenatore Paolo Vanoli (CLICCA QUI PER LE DICHIARAZIONI COMPLETE) per la cessione di Dennis Johnsen alla Cremonese. Un’operazione per certi versi “obbligata” e influenzata da fattori esterni che riguardano il passato.
Filippo Antonelli ha voluto ribadire a più riprese la vicinanza a Vanoli dopo quanto accaduto nell’ultimo giorno di calciomercato. Nel corso della conferenzas stampa, il ds ha parlato così: “La cessione di Johnsen non era nei piani della società, questa cosa è figlia della strategia portata avanti da Dennis e dai suoi agenti che l’hanno portato ad allontanarsi dal nostro progetto. Avremmo costretto un ragazzo con il dio denaro e non con la volontà di far parte di questo gruppo“.
Su Vanoli e sull’operato della società: “So di avere un grande allenatore: adesso abbiamo una grande certezza in panchina e capisco che possa essere arrabbiato e che possa pensare che ci sia sempre qualcosa che non quadra. Io farò il bene per questa spcietà come ho sempre fatto e gli starò vicino. Vanoli è una nostra certezza e so che troverò il modo di stargli vicino a prescindere. Questa società è appetibile, questo deve rendere orgoglioso il lavoro fatto da tutti. A luglio ricordo che il vero sacrifico era mantenere una squadra con questi costi: abbiamo fatto delle operazioni intelligenti e ora siamo secondi in classifica”.
Sulla cessione del calciatore norvegese: “Questo giocatore è andato da una diretta concorrente però non ha voluto rischiare e rimanere fino alla fine: quando si fanno queste scelte è chiaramente una sua volontà. Non credo sia giusto per i tifosi del Venezia e per quello che abbiamo investito in lui.
“Mi viene da pensare che le prestazioni altalenanti di Johsen siano dovuto dal fatte che non era convinto del progetto: anche il gennaio scorso voleva andare via. Poteva essere una cessione fatta a giugno, potevamo gestirla magari in maniera migliore, ora si va avanti. È una serie di circostanze figlia di decisioni prese in passato: i procuratori hanno lavorato sempre per il bene del ragazzo. Se parliamo di ambizione io non penso che avrebbe voluto in Serie A e non alla Cremonese: il capriccio si chiama aspetto economico, ha messo davanti i soldi”.
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