È tra i pochi “stranieri” della rosa del Bari, ma nel capoluogo pugliese – in linea con il motto cittadino per cui “nessuno è forestiero, neanche Guerrero” – Žan Žužek ci ha messo poco a farsi amare. Il difensore sloveno, arrivato in estate dal Koper, pur non essendo un titolarissimo tra i biancorossi, ha sempre convinto a suon di prestazioni e umiltà. E dopo aver portato a casa una partita fatta di solidità e grinta contro il Cittadella, è intervenuto in conferenza stampa per parlare della sua avventura a Bari e del feeling col calcio italiano: “Mi piace molto, è diverso dalla Slovenia. C’è più tattica e fisico, i primi mesi sono stati più difficili per me. Ora va tutto bene, ho dimostrato che posso giocare a questi livelli. Diciamo che imparare i movimenti di squadra è stata la cosa più complessa”.
Ma come ha fatto un giocatore sloveno ad ambientarsi così in fretta in questo calcio italiano? Da questo punto di vista, Žužek deve tanto a uno dei leader del Bari: “Valerio Di Cesare mi aiuta molto, lui parla inglese meglio di altri: è un giocatore forte e molto esperto, sono molto felice di poter imparare da lui. Lo stesso vale per Vicari“.
Spazio poi a qualche parola sulla concorrenza in difesa: “Ogni giocatore vuole giocare sempre e affermarsi ma in questo momento non è possibile. Di Cesare e Vicari stanno facendo benissimo, io sono felice per ogni possibilità che mi viene data dall’allenatore e provo a ritagliarmi più spazio“.
Tornando sulla gara col Cittadella, in cui il Bari è inciampato a 6 minuti dalla fine trovando solo un pareggio, il difensore sloveno ha parlato così: “Siamo dispiaciuti del risultato. Abbiamo analizzato l’1-1 contro il Cittadella, sappiamo di aver giocato contro una squadra forte che non ti fa giocare da dietro. Il primo tempo è stato complesso ma penso che abbiamo giocato bene in fase difensiva e serviva essere più concreti in attacco”.
“Mi piace molto il Manchester City, Stones in questo momento per me è il miglior difensore del mondo”. Sono queste le parole su quelli che sono i modelli di Žužek, che è poi passato a raccontare le affinità con Capodistria, dove ha giocato per 3 anni: “Bari e Koper sono molto simili, Bari ovviamente è più grande. Mi piace il cibo italiano, ho provato focaccia, polpo crudo e orecchiette, ho gradito tanto”.
“I tifosi sono incredibili, in Slovenia nessuno ti fa sentire così importante come accade invece qui. Per me è un’esperienza completamente nuova. Il mio arrivo a Bari? Ho capito che ero di fronte a una grande opportunità. Non sono un titolare ma per me non c’è nessun problema. Voglio alzare il livello della mia carriera e questo è il posto giusto per farlo”.
Ma con quali altri giocatori sloveni trapiantati in Italia ha avuto modo Žužek di interfacciarsi? “Ne conosco alcuni, come Bijol che gioca nell’Udinese: ci siamo incrociati in Under 21″.
Una battuta finale su quelli che sono i ruoli alternativi del difensore sloveno: “Ho giocato anche davanti alla difesa in Slovenia ma mi sento un difensore. Mister Mignani mi ha fatto sempre giocare lì. Gioco dove mi dice l’allenatore, c’è massima disponibilità”.
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