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Zidane: “Sono l’uomo che ha cambiato il calcio francese”

Ha più Champions League vinte che anni di carriera alle spalle, anche a Kiev Zinedine Zidane ha guidato il suo Real Madrid al successo – come accaduto nelle due stagioni precedenti. Da quel 4 gennaio 2016 l’allenatore si è preso praticamente tutto. L’ha fatto in Europa e spera di poter migliorare presto anche in Spagna – con il titolo della Liga che quest’anno è andato al Barcellona. Dopo la straordinaria carriera da calciatore l’ex mago del centrocampo sta segnando un’epoca anche in panchina e quattro giorni dopo l’ennesimo trionfo con i Blancos L’Equipe gli ha dedicato la prima pagina.

Proprio al quotidiano francese Zidane ha rilasciato una lunga intervista, in cui ha ripercorso i momenti più importanti della sua carriera con la maglia della Francia, concentrandosi soprattutto sul Mondiale giocato in casa nel 1998. A 15 giorni dall’inizio dell’avventura in Russia, Zizouò ha parlato così di come lui e i suoi compagni hanno cambiato la storia del paese grazie al calcio. “La finale contro il Brasile? in quel momento non potevo saperlo ma la mia vita cambiò grazie quella partita. Questo è sicuro”.

Sono diventato il giocatore che ha cambiato la storia del calcio francese – continua Zidane – questa cosa è certa, bisogna ricordarlo. Il comportamento della gente con me cambiò, cambiarono gli sguardi e me ne rendevo conto ogni volta che incrociavo qualcuno per strada. Contro il Brasile, dopo il primo gol, provai solo tensione. Non ero felice e si può vedere nelle immagini perché non sorridevo. Però dopo la seconda rete mi sentii libero. È stata una grande gioia perché mi sono detto “sì, ho segnato in una finale di un Mondiale e ho fatto addirittura due gol”.

Di quel Mondiale ciò che mi resta ancora oggi è l’atmosfera che c’era tra noi calciatori di quella squadra. Ricorderò per sempre la mattina della finale quando siamo scesi ad allenarci a Clairefontaine e tutti eravamo molto felici. Lì mi sono detto: ‘E’ incredibile, ci giochiamo la finale della coppa del mondo‘. Poi ho visto Thuram ma che stava parlando di Ronaldo e tutti insieme siamo rimasti a parlare di tutto, quasi per due ore – mentre normalmente per una semplice attivazione muscolare ci allenavamo 15 o 20 minuti. Per quello non ero preoccupato per la partita”.

Redazione

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