Nella giornata di Ligue 1 in cui sono stati segnati più gol di tutta la stagione (38), il più bello lo ha segnato Edon Zhegrova del Lille: finta di corpo sulla fascia destra a rientrare, bolide di sinistro che prende una traiettoria a giro e va a finire all’incrocio dei pali. Alla Robben. Non è la prima volta che segna così nella sua carriera. Zhegrova è un giovane talento classe 1999 da cui in tanti si aspettano molto, da anni. Quando era un ragazzino faceva impazzire tutto il Kosovo (il Paese in cui è cresciuto): i giornali locali lo chiamavano “il nostro Messi”.
Ragazzo ‘itinerante’. Nasce il 31 marzo 1999 a Herford (Germania), dove i genitori si erano stabiliti per scappare dalle guerre jugoslave. Zhegrova – oggi 23 anni – avrebbe potuto giocare con quattro Nazionali: la Germania, luogo di nascita, l’Albania, di cui i genitori sono originari, il Belgio, dove si è stabilito da quando aveva 15 anni, e il Kosovo, la Nazionale che poi ha scelto di rappresentare. Scelta di cuore. Da piccolo era ritenuto uno dei più grandi talenti del Paese. I paragoni fioccavano senza filtri, ma in campo faceva davvero vedere cose fuori dal comune. Tocco palla elegante, dribbling umilianti, freddezza nelle scelte, capacità di tiro e soprattutto altruismo, cosa non da poco per un ragazzino di dodici anni consapevole di averne di più rispetto agli altri. Su YouTube ci sono ancora dei video con le sue prodezze quando vestiva la maglia rossonera del Framurtari, club professionistico di Pristina, la capitale del Kosovo.
Da una maglia rossonera a un’altra. Estate 2012. Il Milan organizza un Milan Junior Camp proprio a Pristina. Un’occasione per espandere il brand, far divertire i ragazzi e perché no, scoprire i talenti della zona. Edon Zhegrova c’è. Ed è una spanna sopra gli altri. Tanto che viene eletto miglior giocatore della settimana e viene invitato a giocare un’amichevole a San Siro insieme ad altri suoi coetanei selezionati. Un’emozione unica che vive grazie al suo talento. Il club rossonero però non lo ingaggia. Zhegrova parte per il Belgio ed è lì che inizierà a giocare con i professionisti. Standard Liegi, Sint-Truiden, poi Genk e in seguito Basilea. Oggi Lille.
E attenzione. È vero che ‘un Messi’ a Lille (oggi settimo in Ligue 1) stona un po’. Ma occhio, perché da lassù sono usciti alcuni talenti che oggi valgono tantissimo e che fanno venire la bava alla bocca a tanti club: Nicolas Pepé, Osimhen, Jonathan David, Leao, Botman, Maignan, Renato Sanches. E poi, il Milan da quelle parti un occhio lo tiene sempre bene a fuoco. San Siro non si dimentica: chissà che in futuro non possa capitare una seconda chance.
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