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“Zero tattica e ciambelle prima della partita”. Juventus, Pellizzari racconta l’esperienza nel Watten

“Calcisticamente è un altro mondo”. Dalla Juventus alla serie B austriaca, Stefano Pellizzari racconta la sua Erste Liga. Dopo la Lega Pro il ventunenne di proprietà dei bianconeri ha scelto di rilanciarsi nel Watten, anche se problemi al tendine rotuleo hanno in parte frenato il suo rilancio.

“Sono stati subito molto carini con me. Mi hanno messo a disposizione un professore di tedesco” – si legge nelle pagine di Tuttosport – “E’ una lingua durissima per noi italiani, ma qualcosa inizio a dire: in campo non ho alternative. Io venivo da un anno in cui non avevo praticamente giocato nella Carrarese e puntavo a un’esperienza all’estero. La Juventus ha un bel rapporto con questa società e così la combinazione è stata perfetta. Mi sto trovando bene. Calcisticamente, però, è un altro mondo. Qui non c’è tattica. Un esempio? Palla a sinistra, tutti a sinistra… Dicono che si ispirino un po’ al calcio tedesco. Qui posso migliorare negli uno contro uno, che sono continui, e soprattutto nel gioco aereo. Ma al di là della tattica è proprio il modo di vivere il calcio che è differente. L’approccio alla gara è sereno, c’è davvero un bel clima. Di diverso rispetto all’Italia ci sono pure le abitudini alimentari: prima di scendere in campo troviamo frutta e ciambella negli spogliatoi. Nonostante i dolci, in campo vedi i giocatori sfrecciare ai duemila. Io seguo una dieta che mi ha cucito su misura Pincella, il nutrizionista della Juventus. Lo scorso anno mi faceva mangiare le alghe giapponesi, mentre adesso il piano prevede cibi più classici: riso, pesce, pollo. Le dosi, però, sono sempre calcolate al grammo: non posso “sgarrare”. Ma i benefici sono talmente evidenti che ne vale la pena: ho la sensazione di avere più benzina nel serbatoio e di andare più forte. La dieta prevede un solo strappo alla regola settimanale e in quel caso il cioccolato è la tentazione più forte”.

Squadra del cuore e modelli: “E’ sempre stata il Real Madrid. Mi sono appassionato ai blancos grazie a Cristiano Ronaldo. Seppur sia un ruolo diverso dal mio, è un riferimento a livello di ambizione, determinazione, voglia di migliorarsi. CR7 mi ha contagiato con la sua mentalità. Modelli? Barzagli e Chiellini. Allenandomi nella Juve con loro ho capito quanto sia importante per un difensore l’attenzione quando la palla è lontana: devi metterti nella giusta posizione per comprendere in anticipo il tipo di situazione che si può creare”. L’intervista integrale nelle pagine di Tuttosport.

Redazione

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