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Zenga: “Non sono falso e ipocrita: ho sperato nella chiamata dell’Inter. Derby? Milan più squadra”

Dodici anni in prima squadra, dopo tutta la trafila delle giovanili: Walter Zenga, una vita nerazzurra. Eppure quando si tratta di valutare un allenatore per la panchina dell’Inter il suo nome non compare mai: se n’è fatto una ragione. La stracittadina di Milano fa dimenticare tutto, almeno per una settimana, e l’ “uomo ragno” diventa nuovamente ultrà.

Derby perfetto? “Novembre ‘88, 1-0 per noi a casa loro, Serena di testa” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport La sintesi degli attributi quadrati di quella squadra: il mercoledì, perdendo in casa 3-1 con il Bayern, avevamo buttato agli ottavi una Coppa Uefa che potevamo vincere. Parata top, in un derby? Finale della stessa partita, su Mussi.I miei derbyli vivevo con tre stati d’animo: emozione, passione, senso di appartenenza. Forse oggi l’emozione è la stessa, anche per lo straniero più freddo, ma il resto non credo. Gullit? Milanista speciale: “Ci frequentavamo anche fuori dal campo, Roberta e Cristina erano amiche. Forse la prima volta che venne a casa mia: lo vidi in controluce sulla porta e pensai Ma quanto è grosso?‘. Era avanti con la testa. Ed era leale, come Van Basten, come Rijkaard. Per questo si inserirono bene nel clima di rispetto che c’era fra noi nazionali interisti e milanisti: ci si menava, ci si mandava a quel paese, ma sapevamo vincere e perdere.

L’Inter arriva al derby in una situazione non facile: “Esemplifico così: io sono stato a Wolverhampton 87 giorni e in quello stesso periodo l’Inter ha cambiato tre allenatori. Non è facile riprendersi da una botta così. Mancano 26 partite, oggi l’Inter ha 17 punti, la Roma l’anno scorso è arrivata terza con 80: il calcolo è semplice. Champions? Direi complicata. Ma ovviamente l’Inter ha il dovere di provarci. Quanto al derby, non c’è mai una favorita vera: è la partita delle incognite e l’Inter oggi è piena di incognite.Il Milan è più squadra dell’Inter: lavora con lo stesso allenatore da luglio e ha una base di giocatori giovani e pure forti“.

Da numero uno, un giudizio su Donnarumma: “Diventerà il più forte, ma faccio il pignolo: solo se migliorerà in due cosine, ovvero la chiusura del suo palo e la gestione delle situazioni veloci nell’area piccola. Io a miei tempi, poi Buffon e domani lui: il miglior portiere del mondo sempre italiano. Bello, per il nostro calcio. Donnarumma o Handanovic? Hanno una caratteristica particolare: ci mettono la faccia nell’uno contro uno. Davanti, in mezzo alle mani“. Uomo derby? “Eder e Bacca. Ed lo adoro: superprofessionista e uomo con la “u” maiuscola. Ma Bacca che non segna da cinque partite di campionato mi spaventa.

Anche Zenga ha sperato diguidare l’Inter. In chiusura d’intervista l’ex “uomo ragno” non nasconde la sua delusione: “Chi ha avuto meno pazienza con l’alleantore? ll Wolverhampton con me, sicuro. Ma abbiamo una cosa in comune: proprietari cinesi… L’importante è trasformare la negatività in positività: come ha fatto Montella. Nei giorni dei colloqui avevo pensato ad una combinazione del destino: via io dai Wolves, via de Boer dall’Inter. Non sono falso e neanche ipocrita: ci avevo sperato sì, anche stavolta.

Redazione

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